lunedì 7 marzo 2011

come sono arrivata qui...

Riprendiamo da dove rimasti...
Mi chiamo Martina, ho 29 anni, sono laureata in:
Lettere e filosofia, Linguaggio dei Media, Cinema Teatro ed eventi Culturale.
(A noi laureati in Lettere e filosofia, Linguaggio dei Media, Cinema Teatro ed eventi Culturale, fanno dei veri e propri corsi di formazione per riuscire a ricordare e al momento giusto a ripetere la nostra qualifica tutta d'un fiato.) Potrei dare per certo l'immediata riflessione scaturita dal mio corso di laurea. Chiaro se qualcuno sta leggendo, o leggerà mai, starà chiaramente pensando che questa come tante altre, è una di quelle facoltà "che vogliono dire un po' tutto e un po' niente".Devo dire che non si può dar torto, l'impressione è proprio quella.
E' anche vero però che più vado avanti più mi rendo conto che in realtà sempre più spesso il percorso di studi che si è fatto ha una valenza più che altro  personale. .
Siamo ormai quasi tutti laureati, ma in cosa di preciso non interessa poi molto al mondo del lavoro.
Non so se ci avete fatto caso, spesso ho la netta sensazione che ci sia una precisa volontà a confondere le idee. Il laureato in Psicologia lo mettono alla contabilità. Così poi ti trovi ad avere a che fare con la "contabilità Creativa", modello flusso di coscienza con pagamenti così come vengono. Laureati in lingue a fare i commerciali di aziende italianissime, il cui mercato si spinge dalla Toscana  fino alla Lombardia, e guai a superare le Alpi. Ma metti che per caso ti capita che un piccolo imprenditore edile del canton ticino, un giorno per sbaglio chiama proprio la tua azienda, non vorrai mica essere impreparato. E' a quel punto che il pluri laureato in lingue e mediazioni culturali entra in azione.
Sì, penso proprio che, data l'improbabilità di finire a fare esattamente ciò per cui si è studiato, sia sempre meglio scegliere qualcosa che ci gratifichi, ci arricchisca e ci renda felice soprattutto negli anni di studio. 
E io così ho fatto!
Ho studiato con passione, mi sono divertita, ho cercato di appagare la mia "curiosità culturale" e come ogni pronostico...sono finita a fare tutt'altro!
Sia ben chiaro che non vivo nè con ansia, nè con angoscia questa situazione.

-E' un'oretta che scrivo senza fiato...Virgin radio passa "are you experiended" (guarda il caso), sarà bene che sgranchisca le gambe e mi faccia un tè. A tra poco...-

Eccomi.
mi chiedo, forse avrei dovuto precisare che il discorso fatto sui laureati non vale per tutte le professioni. Non credo che dovrò ripeterlo lungo tutte queste pagine, è chiaro che questa è la mia sensazione che non è mai generalizzata, ma chiaramente legata agli ambiti con cui ho avuto a che fare, di più...non so’.

Dicevo sia ben chiaro...non è che il fatto di non essere riuscita a diventare giornalista, critica cinematografica o addetto stampa, sia per me una frustrazione. 
Mi rendo chiaramente conto di essere circondata da migliaia di giovani nella mia stessa situazione. E a pensare che diversi di loro sono ben più in gamba e giovani di me, mi fa' sentire ancora più contenta di quello che ho, ma sinceramente un po' triste per come stanno andando le cose in questo paese.
Comunque, dopo la mia preziosissima laurea il Lettere, durata un po' più del dovuto- anche a causa del fatto che ho lavorato durante gli anni di studio per mantenermi agli stessi- ho navigato a vista attraverso un mare magnum di esperienze lavorative direi intense, decisamente formanti e spesso del tutto paradossali. -Di queste, non dubitate, avrò modo di raccontare più avanti. E qui già "vedo" qualche sventurato lettore fremere all'idea, trattenete l'emozione!-
Ciò che più è importante per ricollegare queste parole all'oggi è l'esperienza lavorativa che sto vivendo ora, che mi ha dato il là per cominciare tutto questo, o meglio per cominciare questo blog.
Da 9 mesi lavoro come segretaria di redazione in una casa editrice nazionale, sono a metà del mio percorso, a novembre 2011 saprò se ci sono possibilità di rinnovo o meno.
La situazione generale in cui la redazione versa  diventa sempre più dura. Dopo una serie di prepensionamenti che hanno permesso a "giovani leve" come me di entrare a far parte di questa grande famiglia, le cose sono andate via peggiorando.
Non è un caso che io abbia usato il termine "famiglia". 
La persona che ho sostituito, una donna meravigliosa, nel tragitto in ascensore il mio primo giorno in azienda mi disse chiaramente "vedrai...su è un'isola felice".
E così è stato, in pochissimo mi sono ritrovata catapultata in una famiglia modello circo.  Ecco credo che l'esempio del circo renda perfettamente l'idea. Un caravan di persone che si trovano sotto lo stesso tendone per lavoro, ma che condividono più o meno le stesse passioni e che collaborano, come una squadra alla buona realizzazione di uno spettacolo, chi più chi meno. Forse qualche collega più realista potrebbe dissentire ora leggendo, ma la sensazione generale in questi nove mesi di lavoro è stata assolutamente questa. E poi chi potrebbe smentire il fatto che anche noi come il migliore dei circhi abbiamo la scimmietta ammaestrata, il capo comico, l'equilibrista e chi sta tranquillo in platea ad osservare !
Incomincia a farsi tardi, ho già rubato abbastanza tempo e incomincio vistosamente a perdere i colpi. 
Sono le 0.12 , quindi...BUONA FESTA DELLA DONNA!
e buona notte!









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