giovedì 5 maggio 2011

Little miss sunshine

Di questi tempi capita che i sogni te li portino via.
Si lamentano che i giovani non sanno sognare, bhè io sono controcorrente, sogno tanto, tantissimo.
Sogno tanto ad occhi aperti, ad occhi chiusi, sogno mentre scrivo queste righe, sogno mentre batto il piede e tengo il tempo in metropolitana con le mie cuffiette nelle orecchie, sogno a letto con la testa appoggiata al petto del mio compagno.
Sogno in grande: rivoluzioni culturali, sperimenti di comunicazione, un maggiore senso civico, che poi è cura per la civiltà.
E sogno in piccolo: un letto fresco di bucato quando torno a casa, sogno un divano tutto mio, vicino ad una finestra, sogno un po' di continuità lavorativa e un giorno forse di avere un bambino.
Sogno un pizzico di serenità per me e per gli altri, ma pare che ai sognatori, grandi e piccoli, i desideri li strappino dalle mani.

Mi spiace aver trascurato un il mio spazio informatico, questa finestra sul mondo che mi permette di comunicare con tutti voi. Ma sono stati giorni di conti di calcoli di continuo rimuginare su spese e doveri e possibilità di farcela e giorni di tristi delusioni e di sogni quasi infranti. Quindi più di una volta mi sono avvicinata al PC ho iniziato a scrivere e poi ho cancellato tutto come si straccia una pagina che nel momento in cui si legge ci ricorda qualcosa che non possiamo sopportare. Ho davvero avuto la sensazione per qualche ora che il destino mi avesse ricacciato in un labirinto.
E io con i labirinti ho una certa dimestichezza, me lo porto addosso.

Due sono stati i grandi “labirinti” della mia vita. Il primo quando nel passaggio tra superiori e università mi sono sentita immensamente piccola. Avete la presente la sensazione che si prova pensando di stare in un giardino all’inglese in cui le siepi, che dovrebbero semplicemente disegnare percorsi, tutto ad un tratto diventano insormontabili mura, tanto da intrappolarti.                              
Il secondo quando a 27 anni mi sono vista sfuggire di mano l’opportunità di entrare in Comune al fianco del mio capo dell’epoca, per il quale avevo fino a quel momento lavorato con ardore. Un’opportunità di svolta che sfugge e una serie di muri che si parano davanti. Ho avuto in entrambi i casi momenti di grande depressione, che ho dovuto imparare a curare e soprattutto, in alcuni momenti, accettare e sopportare. Ho dovuto prendere dimestichezza con quei labirinti, che sembravano prigioni, e prendere atto del fatto che a volte non resta che constatare che ci si è persi e assecondare il percorso senza accanirsi con pugni contro un muro, che a pugni non si sposterà mai. Ho imparato a buttare la mia testa al di là dell’ostacolo. Quella scatola cinese l’ho tirata fuori dalla mia mente e ho sentito il bisogno di disegnarla sulla mia pelle. E così ora quel labirinto sta lì proprio sotto la mia nuca . Ma di tutto ciò vi racconterò meglio in un altro momento, perché penso sempre che parlare di queste cose con gli altri, può in qualche modo a chi condivide l’esperienza a sentirsi meno solo. Ci tenevo però a spiegare il perché della lontananza da queste pagine, che vi dirò mi sono mancate, mi siete mancati.
Torno indietro a martedì per farvi capire meglio, per permettervi di riprendere le fila

Martedì 2 giugno
Oggi finalmente il debutto. Siamo andati in agenzia, durante la mia pausa pranzo, a fare una proposta per poter avere la nostra casetta dei sogni. Diamo anticipo, busta paga, copia del contratto di lavoro, documenti, codice fiscale, taglia di reggiseno, nome del tuo primo cane e finalmente possiamo firmare una proposta per la proprietaria.
Metto in tasca una copia della proposta di contratto firmata, e con quella metto in “tasca il mio sogno”, ma quella tasca, maledizione, doveva essere bucata.
Torniamo in macchina io e Nicola emozionati per la sensazione di essere ad un punto di svolta, non solo per noi come coppia, ma soprattutto per noi stessi, per la nostra indipendenza, soprattutto per la mia. Non passa neanche un’ora da che Niki mi chiama dicendomi che il suo capo con un’e-mail di poche righe gli fa’ sapere che non hanno più bisogno della sua collaborazione. Ecco un muro di 20 m pararcisi davanti.
Che persone meravigliose i suoi capi, o meglio ex-capi, essendo lui a partita iva e non essendoci nessun contratto, non si sono proprio sentiti in dovere di dare un minimo di preavviso, di parlargliene di persona. Chiaro non si sentiranno lupi cattivi…lo fanno tutti!Che meravigliosa consolazione. Il problema è che sempre più la gente è talmente disperata per la mancanza di lavoro che siamo sempre più obbligati a sopportare, pur di riuscire a fare qualcosa.

Ora immagino che sia chiaro a tutti come ci si debba sentire in momenti come questi, inutile che mi attardi nelle descrizioni che fanno parte di quelle cose che, come sopra dicevo, non voglio rievocare nella mia testa. Però ho avuto la netta sensazione che qualcuno ci stesse nuovamente strappando di mano il futuro.
Da martedì a giovedì sera ci sono di mezzo: pianto, totale sconforto, senso di castrazione, ma anche le parole di Barbara, Enrica, Daniela, gli abbracci di mia mamma, il conforto di Anna, Conia, la partecipazione di Elisa, le battute di Cecilia per esorcizzare, il confronto con Nicola, il discorso lucidissimo e convincente di mia sorella e tutto questo ha molto velocemente buttato giù quei muri.
Volevo immediatamente ritirare la nostra offerta per la casa,ma …ci ho ripensato. Voglio buttarmi, non lo avrei mai fatto per il passato, ma ora sento di volerlo fare, anche se senza paracadute, fanculo. Lo voglio per me lo voglio per nicola e per me e lui insieme, penso che questo aiuti un po’ anche lui nel dargli la giusta energia per affrontare questo momento, sicuramente duro, ma forse anche necessario.Credo che avesse bisogno di una sua “rivoluzione”. E credo che contrariamente dalla prima impressione che ha avuto, assolutamente lecita tra l’altro, di dover mandare a fanculo i suoi sogni le, che questa possa proprio essere la sua occasione per ricostruirsene uno, diverso, ma che magari potrà essere finalmente gratificante.
Ricominciamo da qui, non voglio fare passi indietro, proprio ora che, nonostante la paura, sono disposta ad andare aventi.
Mercoledì conosceremo la proprietaria della casa e giovedì prossimo deciderà se darci l’ok. Questo affitto è più complesso delle selezioni per Miss Italia, ma non importa, mercoledì sfoggeremo il nostro abito della festa, come dice Alfredo, programmerò la sbianca tura ai denti e studierò il numero per intrattenere il “pubblico”, in perfetto stile Little Miss Sunshine, ricordate?...fantastico!

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