mercoledì 22 giugno 2011

Meno 10..9..8....


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Mancano 2 giorni e mezzo alla firma del contratto, 5 all'allacciamento luce e gas e 10 al trasloco definitivo. Aiuto!
Le mie giornate diventano un sempre più serrato susseguirsi di to do list e di un continuo tentativo di rimanervi al passo. Liste sul lavoro, di due tipi:per la parte di segreteria e per quella di programmazione.
A casa molteplici liste:
- cose da comprare
- cose da inscatolare
- cose già inscatolate
- documenti da recuperare
- documenti di cui sono già in possesso.
Ora non mi resta di redigerne una in cui mi ricordo di dover respirare, dormire, mangiare e per ricordarmi di ricordare.
Provo con la meditazione e i mantra a stare tranquilla, un percorso new age assolutamente personale. O meglio diciamo che semplicemente mi ripeto " ce la posso fare,ce la possiamo fare" condito da grandi auto-pacche sulla schiena.
E finche sono in azione tutto bene, ma ieri appena arrivata in ufficio nei 10 minuti esatti in cui sono sola soletta e organizzo il lavoro per la giornata ecco il panico. Deve essere stato il troppo silenzio, quella sensazione di pace prima del brulichio, a fare da valvola di sfogo. Panico vero e proprio.
Una totale confusione in cui la sensazione di perdita di controllo, di coscienza delle cose, rompe il vaso di Pandora serbato dentro lo stomaco, e lascia fuoriuscire tutto. Paure, ansie e stanchezza tutto sparpagliato su scrivania e documenti. Non so' se avete mai avuto un attacco di panico? La sensazione è molto simile a quella di affogare, di un rubinetto che lascia entrare con forza l'acqua in gola. In realtà basterebbe incominciare a respirare con il naso per riuscire a gestire la cosa, ma in quel momento la cosa più naturale che comanda la tua testa è di aprire ancora di più la bocca. Brutto affare!
Per fortuna ieri c'erano Barbara e Daniela a ricordarmi di respirare con il naso, e a richiudere leggermente quel vaso in modo che non rimanesse che un piccolo spiraglio di sfogo. Piano piano il battito riprende regolare, ma la tensione , lo smarrimento di quegli attimi ti lasciano addosso una stanchezza assurda... Probabilmente niente di nuovo per chi soffre di attacchi d'ansia o di panico.
Tutto sommato riflettendoci questa paura non è del tutto immotivata. Come nel più classico dei casi da manuale di psicoanalisi, questo per me è un momento di svolta importante, soprattutto per la convivenza con un uomo.
Faccio conto ormai da anni con il fatto che, il rapporto complesso con mio padre e le varie difficoltà familiari, mi abbiano indurito un po', tanto da aver sviluppato in me l'istinto a non aver bisogno di un uomo. Capirete quindi lo smarrimento nel realizzare di volere tanto bene ad una persona da decidere di andare a a vivere insieme e condividere intimamente tutto. E condividere vuol dire doversi fidare. Essere pronti a dare, cosa che non mi spaventa, ma soprattutto dover ammettere a stessi di poter aver bisogno della tua "dolce metà".
Ecco tutto ció, unito all'instabilità lavorativa, quindi economica, ed indubbiamente una bella dose di stanchezza hanno fatto traboccare il vaso delle emozioni. Succede!
Sono ormai in assoluta ripresa.
Nicola mi manda foto di come stanno venendo i grandi lavori di restauro di alcuni pezzi d'arredo, molto graziosi,recuperati qua e là dai parenti.
Assolutamente fondamentali, Così come i vari acquisti di mia mamma e di Marvi che ci soccorrono con tutta una serie di complementi vari. In questo modo le mie liste si accorciano e ho la sensazione che si allunghino un pochino le mie giornate. Ho comunque poco tempo per incominciare a razionalizzare il fatto che tra 10 giorni sarò in un'altra casa,in una casa altrettanto mia, ma altra. La sensazione che ognitanto ho è che la differenza più grande sará il silenzio. La pace che spesso ho accanitamente desiderato qui, forse sará la cosa che più mi sembrerá strana. Forse il caos, la follia, ma anche la passione di queste mura, di queste 4 persone che,anche se ognitanto ho odiato, amo profondamente, saranno la cosa che mi mancherà di più.

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