Una settimana di interruzione delle trasmissioni.
Avrei mille cose da raccontare, che accuratamente segno su di un blocco per gli appunti, tra la lista di ció che ho messo negli scatoloni.
Domani saró finalmente nella casetta rosa.
Questi 8 giorni dall' ultima volta che ho scritto, sono stati una corsa affannata, non priva di tensioni e di sconforto. Quella tensione e stanchezza tipica delle imprese "eccezionali". penso che domenica quando saró sul mio divano, in un attimo di meritato riposo, mi godró con soddisfazione la fatica e la corsa fatta.
ricomincerò a riprendere fiato e vi racconteró tutto!
Fino a quel momento...
Ci scusiamo per l'attesa.
Spazio in costruzione!
9 mesi. Realmente 9 mesi di tempo per capire quale verso prenderà la mia vita. con voi in attesa di scoprirlo fotografo il momento partendo da qui! ASPETTANDO ...BERLINO?!
giovedì 30 giugno 2011
mercoledì 22 giugno 2011
Meno 10..9..8....
GeoTagged, [N45.44069, W9.21912]
Mancano 2 giorni e mezzo alla firma del contratto, 5 all'allacciamento luce e gas e 10 al trasloco definitivo. Aiuto!
Le mie giornate diventano un sempre più serrato susseguirsi di to do list e di un continuo tentativo di rimanervi al passo. Liste sul lavoro, di due tipi:per la parte di segreteria e per quella di programmazione.
A casa molteplici liste:
- cose da comprare
- cose da inscatolare
- cose già inscatolate
- documenti da recuperare
- documenti di cui sono già in possesso.
Ora non mi resta di redigerne una in cui mi ricordo di dover respirare, dormire, mangiare e per ricordarmi di ricordare.
Provo con la meditazione e i mantra a stare tranquilla, un percorso new age assolutamente personale. O meglio diciamo che semplicemente mi ripeto " ce la posso fare,ce la possiamo fare" condito da grandi auto-pacche sulla schiena.
E finche sono in azione tutto bene, ma ieri appena arrivata in ufficio nei 10 minuti esatti in cui sono sola soletta e organizzo il lavoro per la giornata ecco il panico. Deve essere stato il troppo silenzio, quella sensazione di pace prima del brulichio, a fare da valvola di sfogo. Panico vero e proprio.
Una totale confusione in cui la sensazione di perdita di controllo, di coscienza delle cose, rompe il vaso di Pandora serbato dentro lo stomaco, e lascia fuoriuscire tutto. Paure, ansie e stanchezza tutto sparpagliato su scrivania e documenti. Non so' se avete mai avuto un attacco di panico? La sensazione è molto simile a quella di affogare, di un rubinetto che lascia entrare con forza l'acqua in gola. In realtà basterebbe incominciare a respirare con il naso per riuscire a gestire la cosa, ma in quel momento la cosa più naturale che comanda la tua testa è di aprire ancora di più la bocca. Brutto affare!
Per fortuna ieri c'erano Barbara e Daniela a ricordarmi di respirare con il naso, e a richiudere leggermente quel vaso in modo che non rimanesse che un piccolo spiraglio di sfogo. Piano piano il battito riprende regolare, ma la tensione , lo smarrimento di quegli attimi ti lasciano addosso una stanchezza assurda... Probabilmente niente di nuovo per chi soffre di attacchi d'ansia o di panico.
Tutto sommato riflettendoci questa paura non è del tutto immotivata. Come nel più classico dei casi da manuale di psicoanalisi, questo per me è un momento di svolta importante, soprattutto per la convivenza con un uomo.
Faccio conto ormai da anni con il fatto che, il rapporto complesso con mio padre e le varie difficoltà familiari, mi abbiano indurito un po', tanto da aver sviluppato in me l'istinto a non aver bisogno di un uomo. Capirete quindi lo smarrimento nel realizzare di volere tanto bene ad una persona da decidere di andare a a vivere insieme e condividere intimamente tutto. E condividere vuol dire doversi fidare. Essere pronti a dare, cosa che non mi spaventa, ma soprattutto dover ammettere a stessi di poter aver bisogno della tua "dolce metà".
Ecco tutto ció, unito all'instabilità lavorativa, quindi economica, ed indubbiamente una bella dose di stanchezza hanno fatto traboccare il vaso delle emozioni. Succede!
Sono ormai in assoluta ripresa.
Nicola mi manda foto di come stanno venendo i grandi lavori di restauro di alcuni pezzi d'arredo, molto graziosi,recuperati qua e là dai parenti.
Assolutamente fondamentali, Così come i vari acquisti di mia mamma e di Marvi che ci soccorrono con tutta una serie di complementi vari. In questo modo le mie liste si accorciano e ho la sensazione che si allunghino un pochino le mie giornate. Ho comunque poco tempo per incominciare a razionalizzare il fatto che tra 10 giorni sarò in un'altra casa,in una casa altrettanto mia, ma altra. La sensazione che ognitanto ho è che la differenza più grande sará il silenzio. La pace che spesso ho accanitamente desiderato qui, forse sará la cosa che più mi sembrerá strana. Forse il caos, la follia, ma anche la passione di queste mura, di queste 4 persone che,anche se ognitanto ho odiato, amo profondamente, saranno la cosa che mi mancherà di più.
venerdì 17 giugno 2011
Videodrome
Dunque calcolando che:
ho staccato lo sguardo dallo schermo di un pc all'1.30 ieri notte; che mi sono svegliata alle 6.30 e tra lavaggio, vestizione e trasferimenti, alle 8.20 sarò di nuovo davanti uno schermo, pensate che subirò una mutazione genetica?
Ogni tanto nutro il segreto terrore che mi ritroverò catapultata in una situazione alla videodrome, con gli schermi e le tv a controllare le nostre teste. Dalla mia, per fortuna, c'è che mi sottraggo quasi totalmente alla sovraesposizione da tv.
L'altro ieri nei 30 minuti di televisione che mi concedo nel guardare il Tg assisto a delle immagini che nella mia testa rievocano quella sensazione piacevole di una chiave sfregata
con forza contro una carrozzeria scintillante, ma emettendo il piacevole suono di un grosso gesso che solca una lavagna con forza, che sensazione meravigliosa.
Non il nostro amatissimo ministro Brunetta si riferisce ad una giovane precaria definendola il peggio dell’Italia e senza volerle dedicare un attimo di attenzione, sbatte i tacchi e se ne va (l'ironia sui tacchi nel caso di Brunetta è assolutamente involontaria).
Io sono precaria dalla notte dei tempi, da quando per la prima volta mi sono affacciata al mondo del lavoro.
Sono precaria da sempre, lo sono stata, precaria e " irregolare" anche quando lavoravo per una figura istituzionale e con l'onorevole Brunetta sono d'accordo!
Siamo il peggio dell'Italia, ciò per cui la politica dovrebbe vergognarsi. Si vergogna il dottor Brunetta per questo scempio che é il mondo del lavoro in Italia?
Io per non saper né leggere né scrivere me ne vergogno anche per lui.
ho staccato lo sguardo dallo schermo di un pc all'1.30 ieri notte; che mi sono svegliata alle 6.30 e tra lavaggio, vestizione e trasferimenti, alle 8.20 sarò di nuovo davanti uno schermo, pensate che subirò una mutazione genetica?
Ogni tanto nutro il segreto terrore che mi ritroverò catapultata in una situazione alla videodrome, con gli schermi e le tv a controllare le nostre teste. Dalla mia, per fortuna, c'è che mi sottraggo quasi totalmente alla sovraesposizione da tv.
L'altro ieri nei 30 minuti di televisione che mi concedo nel guardare il Tg assisto a delle immagini che nella mia testa rievocano quella sensazione piacevole di una chiave sfregata
con forza contro una carrozzeria scintillante, ma emettendo il piacevole suono di un grosso gesso che solca una lavagna con forza, che sensazione meravigliosa.
Non il nostro amatissimo ministro Brunetta si riferisce ad una giovane precaria definendola il peggio dell’Italia e senza volerle dedicare un attimo di attenzione, sbatte i tacchi e se ne va (l'ironia sui tacchi nel caso di Brunetta è assolutamente involontaria).
Io sono precaria dalla notte dei tempi, da quando per la prima volta mi sono affacciata al mondo del lavoro.
Sono precaria da sempre, lo sono stata, precaria e " irregolare" anche quando lavoravo per una figura istituzionale e con l'onorevole Brunetta sono d'accordo!
Siamo il peggio dell'Italia, ciò per cui la politica dovrebbe vergognarsi. Si vergogna il dottor Brunetta per questo scempio che é il mondo del lavoro in Italia?
Io per non saper né leggere né scrivere me ne vergogno anche per lui.
martedì 14 giugno 2011
La vasca
Buongiorno mondo!
Questa mattina a Milano rivediamo il sole dopo 10 giorni di pioggia che sono sembrati lunghi 2 anni.
La città da lunedì ha incominciato la sua metamorfosi. Inizia tutto in sordina, con la terza settimana di giugno e prosegue, modello reazione a catena, fino ai primi di settembre.
Venerdì sono finite le scuole e la città incomincia a svuotarsi, come un enorme vasca da bagno .
Tolto il tappo, acqua e sapone incominciano a scendere dapprima piano piano, quasi impercettibilmente, poi in maniera più consistente e visibile creando un vortice, un ingorgo.
E' ufficiale oggi si incomincia a percepire l'abbassarsi del livello dell'acqua di questa grande vasca da bagno che è Milano e tutto si rallenta!
Negli uffici prosegue il quotidiano brulichio, ma fuori, guardando dalla finestra come si fa con un acquario, la sensazione è che sia tutto un po' ovattato.
Mezzi pubblici meno frequenti e più lenti, meno macchine in giro, nei supermercati niente più lunghe file indiane alle casse... Una Milano in slow motion.
Io in questo inizio di letargo per la città mi muovo, come sempre, involontariamente contro corrente.
Tra 1 settimana e mezzo firmerò il contratto per la mitica casetta rosa e tra tre settimane saremo materialmente dentro... Aiuto!
Mi divido tra un'intensa, ma gratificante attività lavorativa, ed un altrettanto intenso dopolavoro concentrato su scelta del giusto gestore luce e gas, telefono e la scelta del divano adatto... chiaramente sempre con l'intento di spendere il meno possibile.
Non avendo mai fatto ricerche d questo tipo prima d'ora, procedo con piglio scientifico, l'unico che mi dia un minimo senso di concretezza.
Diciamo che a che mi vede da fuori, può forse sembrare che io stia realizzando una tesi dal titolo: L' A B C del neo "proprietario" di casa. (sottotitolo) come cavarsela in 2 con 1200 euro al mese.
Ho effettuato lunghe ricerche utilizzando tutti i supporti a mia disposizione: internet, libri, giornali , allegati. Mi confronto giornalmente con chi ho vicino per venire a capo di ogni scelta in modo che sia la migliore e saltuariamente realizzo interviste telefoniche con gli amici lontani.
Ma alla fine dei conti credo che questa tesina da 10 e lode non abbia risolto il mio panico da decisioni importanti, che possa porvi rimedio il tempo?
Probabilmente come in ogni cosa la tensione svanirà nel momento in cui saremo materialmente “dentro” al cambiamento alla novità...sarà così! Vero?
lunedì 6 giugno 2011
Si riparte
Da dove incominciare?
Mancano 5 minuti alla mezzanotte.
Domani sarà esattamente un anno che lavoro dove lavoro, e sarò esattamente a metà strada di questo mio contratto a tempo determinatissimo, che scadrà a novembre.
È quindi piuttosto normale sentire il bisogno di fare un generico punto della situazione:sul mio prossimo futuro;su quello che mi aspetta in questi prossimi mesi, e sui 3 già trascorsi dall'inzio di questo viaggio insieme.
Nelle orecchie scorre il nuovo album di Daniele Silvestri, decisamente bello.
Dunque, non perdiamoci, dicevo, da dove incominciare...?
Tre mesi fa vi raccontavo della mia insicurezza lavorativa e del “piccolo
disastro” a cui avevamo assistito sul lavoro, 8 persone lasciate a casa.
Ecco in questi giorni, una piccola schiarita.
Come anticipato un po' di settimane fa, si è “insediato” il nuovo direttore di divisione.
La mia impressione iniziale si sta consolidando.
Niente miracoli, ma sicuramente si tratta di una persona molto concreta e di polso, pronto a tentare il tutto per tutto per risollevare le nostre sorti.
Sentirsi meno abbandonati a se stessi fa sopportare di più il peso di tanto lavoro, almeno per me. Inoltre pare che, almeno per il momento, i feroci tagli del personale si siano arrestati.
Barbara ( la mia compagnia di scrivania) e Alfredo, sono stati i primi ad ottenere un rinnovo di contratto.
Dopo tanti addii la cosa ci rende molto felici e forse, segretamente, anche un po' più ottimisti.
Io comunque non so ancora cosa sarà di me a novembre, mi sforzo però di essere il più possibile ottimista, perchè è così che sono.
Tra un mese andrò finalmente a stare da sola.
La vita ha voluto che io riuscissi a realizzare questo mio desiderio con 4 anni di ritardo, inutile accanirsi contro il fato, si perde sempre.
D'altronde 4 anni fa sembrava potessi avere la tranquillità lavorativa necessaria, ed invece nel giro di pochi mesi è cambiato tutto. Non solo non ho ricevuto la promozione che mi spettava,
ma sono proprio rimasta a casa.
E' stata la prima volta che ho avuto modo di saggiare l'instabilità dell'ambito lavorativo e probabilmente allora non immaginavo proprio che sarebbe andato via via peggiorando.
A distanza di 4 anni la mia situazione non è più stabile di un tempo, ma sono io ad essere molto cambiata.
Sono più agguerrita, perchè questa società lo richiede, e sono pronta a darci dentro più che posso pur di riuscire a trattenere tra le dita ciò che ho.
Sono sicuramente più lucida di un tempo e preparata all'imprevisto, so bene che, nonostante si stringa forte il pugno, spesso quel poco di “terra” che conservi in mano ti viene portato via comunque.
Ho imparato ad essere una equilibrista, a capire che nonostante l'incognita del poter cadere e farsi male, conviene comunque provare ad andare avanti.
Quindi... ho 29 anni, a settembre 30 (aiuto!), a novembre non so esattamente che sarà di me. Amo il ragazzo che sta venendo a vivere con me, ma che al momento essendo senza lavoro è ancora più equilibrista di me, ma voglio assolutamente andare avanti. Non permetterò a questi giorni e mesi ed anni di instabilità storica e sociale di bloccarci.
Niente cemento per noi, grazie, meglio equilibristi sul vetro che immobili.
Tra due giorni avremmo dovuto partire.
Mi sono attardata un po' nel raccontarlo perchè è stata dura rinunciare. Ancora una volta, ma...niente viaggio per noi.
Non aspetterò più Berlino , almeno nell'immediato rimarrà un miraggio lontano. Speriamo che tra un anno lo stesso viaggio possa essere la ricompensa per aver tenuto duro.
Mi sono attardata un po' nel raccontarlo perchè è stata dura rinunciare ancora una volta, ma...niente viaggio per noi.
Sento di aver bisogno di darci ancora una possibilità qui.
E' strano questo paese, che ti mette alla prova mille volte, ti sfinisce senza mai darti niente in cambio, ma che malgrado tutto fatichiamo a lasciare.
Questa terra ci porta via tutto, ci svuota le tasche, così ci tiene al guinzaglio e non ci lascia andare.
Io comunque, per un motivo o per l'altro a Berlino non ci andrò, solo per ora!
Aspettando Berlino peró continua, con le sue, le mie incognite, le mie, le nostre aspettative e il desiderio di rivalsa.
Quindi questo spazio libero, di libero sfogo prosegue, nella speranza di non aver perso la vostra attenzione, il vostro interesse ed affetto.
Ricomincio la mia radiocronaca, sconclusionata e senza pretese che spero abbia saputo "rubarvi" ogni tanto un sorriso, una riflessione un pensiero.
Ben tornati
Mancano 5 minuti alla mezzanotte.
Domani sarà esattamente un anno che lavoro dove lavoro, e sarò esattamente a metà strada di questo mio contratto a tempo determinatissimo, che scadrà a novembre.
È quindi piuttosto normale sentire il bisogno di fare un generico punto della situazione:sul mio prossimo futuro;su quello che mi aspetta in questi prossimi mesi, e sui 3 già trascorsi dall'inzio di questo viaggio insieme.
Nelle orecchie scorre il nuovo album di Daniele Silvestri, decisamente bello.
Dunque, non perdiamoci, dicevo, da dove incominciare...?
Tre mesi fa vi raccontavo della mia insicurezza lavorativa e del “piccolo
disastro” a cui avevamo assistito sul lavoro, 8 persone lasciate a casa.
Ecco in questi giorni, una piccola schiarita.
Come anticipato un po' di settimane fa, si è “insediato” il nuovo direttore di divisione.
La mia impressione iniziale si sta consolidando.
Niente miracoli, ma sicuramente si tratta di una persona molto concreta e di polso, pronto a tentare il tutto per tutto per risollevare le nostre sorti.
Sentirsi meno abbandonati a se stessi fa sopportare di più il peso di tanto lavoro, almeno per me. Inoltre pare che, almeno per il momento, i feroci tagli del personale si siano arrestati.
Barbara ( la mia compagnia di scrivania) e Alfredo, sono stati i primi ad ottenere un rinnovo di contratto.
Dopo tanti addii la cosa ci rende molto felici e forse, segretamente, anche un po' più ottimisti.
Io comunque non so ancora cosa sarà di me a novembre, mi sforzo però di essere il più possibile ottimista, perchè è così che sono.
Tra un mese andrò finalmente a stare da sola.
La vita ha voluto che io riuscissi a realizzare questo mio desiderio con 4 anni di ritardo, inutile accanirsi contro il fato, si perde sempre.
D'altronde 4 anni fa sembrava potessi avere la tranquillità lavorativa necessaria, ed invece nel giro di pochi mesi è cambiato tutto. Non solo non ho ricevuto la promozione che mi spettava,
ma sono proprio rimasta a casa.
E' stata la prima volta che ho avuto modo di saggiare l'instabilità dell'ambito lavorativo e probabilmente allora non immaginavo proprio che sarebbe andato via via peggiorando.
A distanza di 4 anni la mia situazione non è più stabile di un tempo, ma sono io ad essere molto cambiata.
Sono più agguerrita, perchè questa società lo richiede, e sono pronta a darci dentro più che posso pur di riuscire a trattenere tra le dita ciò che ho.
Sono sicuramente più lucida di un tempo e preparata all'imprevisto, so bene che, nonostante si stringa forte il pugno, spesso quel poco di “terra” che conservi in mano ti viene portato via comunque.
Ho imparato ad essere una equilibrista, a capire che nonostante l'incognita del poter cadere e farsi male, conviene comunque provare ad andare avanti.
Quindi... ho 29 anni, a settembre 30 (aiuto!), a novembre non so esattamente che sarà di me. Amo il ragazzo che sta venendo a vivere con me, ma che al momento essendo senza lavoro è ancora più equilibrista di me, ma voglio assolutamente andare avanti. Non permetterò a questi giorni e mesi ed anni di instabilità storica e sociale di bloccarci.
Niente cemento per noi, grazie, meglio equilibristi sul vetro che immobili.
Tra due giorni avremmo dovuto partire.
Mi sono attardata un po' nel raccontarlo perchè è stata dura rinunciare. Ancora una volta, ma...niente viaggio per noi.
Non aspetterò più Berlino , almeno nell'immediato rimarrà un miraggio lontano. Speriamo che tra un anno lo stesso viaggio possa essere la ricompensa per aver tenuto duro.
Mi sono attardata un po' nel raccontarlo perchè è stata dura rinunciare ancora una volta, ma...niente viaggio per noi.
Sento di aver bisogno di darci ancora una possibilità qui.
E' strano questo paese, che ti mette alla prova mille volte, ti sfinisce senza mai darti niente in cambio, ma che malgrado tutto fatichiamo a lasciare.
Questa terra ci porta via tutto, ci svuota le tasche, così ci tiene al guinzaglio e non ci lascia andare.
Io comunque, per un motivo o per l'altro a Berlino non ci andrò, solo per ora!
Aspettando Berlino peró continua, con le sue, le mie incognite, le mie, le nostre aspettative e il desiderio di rivalsa.
Quindi questo spazio libero, di libero sfogo prosegue, nella speranza di non aver perso la vostra attenzione, il vostro interesse ed affetto.
Ricomincio la mia radiocronaca, sconclusionata e senza pretese che spero abbia saputo "rubarvi" ogni tanto un sorriso, una riflessione un pensiero.
Ben tornati
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