giovedì 31 marzo 2011

Penny lane...

Penny Lane is in my ears and in my eyes.  Oggi è una di quelle giornate in cui una canzone mi torturerà tutto il giorno, me lo sento. È una di quelle volte in cui un motivetto si insinua nella tua testa nel momento esatto in cui apri gli occhi al risveglio e va a finire che quello, bello o brutto che sia, ti accompagnerà fino a sera L'effetto più classico sono momenti di stand by in cui non riesci a non muovicchiare la testa a ritmo, oppure, nei casi più discreti, ti costringe a rassodare i glutei, contraendo la muscolatura. Questa mattina mi è andata anche bene, l'ultima volta mi è capitato con " Polyanna"...aiuto!

Oggi cincischio, qualcuno starà pensando che non è una novità, umm vero. Oggi peró ancora di più. È l'ultimo giorno di Cristian, e questa sera in un aperitivo per esorcizzare rivedo finalmente Elisa, redattrice a progetto che ha smesso di lavorare da noi a inizio mese dopo due anni. Mi continuano a tornare in mente le prime parole dell'email commiato di Cristian. " il primo amore non si scorda mai!" .
Il fatto che le sue parole siano state molto simili alle mie di un po' di tempo fa, in cui cercavo di spiegare la situazione "affettiva" della nostra divisione, mi fa pensare ancora di più alla sofferenza di una grande"famiglia" che vede partire i suoi componenti per altri lidi.



Inviato da iPhone

mercoledì 30 marzo 2011

Siamo a cavallo

Oggi sperimento un gruppo nuovo, per me almeno. No beh in realtà se avete letto  la pagina di ieri non è nuovo nè per me nè per voi. Ma avevo sempre solo sentito il pezzo che è stato la colonna sonora di ieri sera. Ora sperimento a caso tra la loro discografia...non male,decisamente niente male . Soft e un po' malinconico, direi adatto a questo inizio di giornata.
Seduta accanto a me, su questi iper riscaldati sedili della metropolitana, una mamma con il suo cucciolo. Sono identici e lui è adorabile, regala grandi sorrisi e si concentra sulle mie mani. Ha seguito attento ogni giro che le mie dita hanno fatto per svolgere gli auricolare e ora mi guarda muovere le dita sullo schermo e saluta in giro. In questo periodo i bambini hanno su di me un grandissimo appeal. Mi piacciono, non che mi sia accorta ora per la prima volta della loro esistenza chiaro, ma in questo periodo mi " commuovono" e mi incuriosiscono molto. Probabilmente perchè sono circondata da amiche che stanno affrontando la maternità o che hanno "sfornato" da poco e ora si godono la meravigliosa avventura della crescita, della scoperta. Sara ad esempio in poche pochissime righe via e-mail, mi lascia intendere l'entusiasmo di vedere Matilda scoprire ogni cosa, che avventura meravigliosa la loro, alla scoperta del loro corpo, dei sensi, del mondo!
Mamma e piccolo scendono alla mia stessa fermata. Il bimbo saluta con la manina l'intero vagone, due ragazzi dietro di me commentano una notizia appena letta..."lo Stress allunga la vita".
Se così fosse... Siamo a cavallo!

martedì 29 marzo 2011

Navigare a vista

Questa sera scrivere spero possa avere quell'effetto curativo che già tante volte ha avuto. Spero che “assalire” questo foglio elettronico mi farà sentire un pochino meglio.
Da settimana scorsa in ufficio si alternano discorsi più meno ufficiali su come stanno andando le cose, su quale sia il futuro per la nostra sezione. La verità è che un'idea precisa su quel che sarà di noi, non lo ha nemmeno il direttore di divisione, né tanto meno il mio capo, direttore editoriale. Quest’incognita posso anche capirla. Voglio dire capisco perfettamente che quando le cose vanno male, si incomincia a contenere i costi quanto più è possibile.
Si comincia ad eliminare qualche spreco di rappresentanza, poi si diminuisce il personale, chiaramente quello che si può lasciare a casa non licenziando, ma non rinnovando i contratti.
E poi si naviga a vista, parola d'ordine in questi giorni.

Quello che non riesco a capire è come si sia arrivati a tutto questo. Non riesco a sopportare gli sprechi davvero esagerati del passato, quando le cose andavano bene, e alcuni "sprechi" forse sembravano un diritto. Non sto parlando nello specifico di dove sono ora, io all'epoca non c'ero neanche, non ho fatto in tempo a vivere i fasti che furono di questo impero. La stessa situazione l'ho vista e la vedo replicata mille volte, è la nostra Italia che funziona così.  
Ho la sensazione che le cose siano andate più o meno come quando sei in vacanza in formula all inclusive. Non importa che tu abbia realmente fame o sete, ce n'è in abbondanza e tu mangi e bevi senza averne davvero bisogno. Ad un certo punto smetti completamente di percepire i bisogni reali, e riuscire ad uscire dagli schemi mentali di benefit aziendali, riconoscere gli sprechi, sganciarsi dalle zavorre diventa assolutamente complicato.
E così ci troviamo dove siamo ora in uno stato di totale incertezza e con ancora qualche retaggio da "all inclusive" difficile da scardinare.
Cosa posso fare? noi cosa possiamo fare?
Io ho studiato, con fatica, mantenendomi gli studi e non solo.
Ho iniziato a lavorare che avevo 17 anni e ho incominciato a mettere da parte qualche contributo a 24.
Ho fatto gavetta lavorando anche fino alle 2.00 del mattino per un personaggio pubblico che proprio non riusciva a mettermi in regola. Esperienza che tra l'altro è stata cosi formante che, malgrado tutto, rifarei anche oggi.
Sono incappata in datori di lavoro che si sono rivelati veri e propri truffatori, non dico tanto per dire, parlo di persone le cui gesta sono state tanto "eroiche" da rientrare nei verbali di tribunale.
Non mi risparmio mai, davvero, ho mille difetti, ma sul lavoro non mi risparmio mai.
Non solo perché mi piace fare una bella figura con il capo e i colleghi, ma perchè lavorare mi fa' sentire realizzata. Perchè quando mi rendo conto di aver fatto bene il mio lavoro, di aver risolto un problema, di essere riuscita a rendere più veloci o efficienti dei passaggi mi sento estremamente soddisfatta.
Perchè ho la sensazione che il lavoro ben fatto nobilita davvero cazzo! Voi non avete la stessa impressione? Quanti saremo ad aver avuto lo stesso banalissimo percorso di vita, assolutamente nessun eroismo, solo il desiderio di fare bene il nostro. Possibile che sia così impossibile darne prova, ricevendo in cambio un contratto che duri un po' più di 6 mesi o una partita IVA che non sia un vuoto a perdere. Come siamo arrivati a questo punto?
Ho 29 anni sono assunta a tempo determinatissimo, sono innamorata di una persona che come me “naviga a vista” e non chiede altro di poter dare prova di quello che sa fare. Ogni mese, da un po’ di tempo a questa parte, rifacciamo i conti con la nostra situazione di precari squattrinati, nella speranza di trovare il modo per poter andare a vivere insieme, per trovare il modo di costruirci qualcosa di nostro, fosse anche solo un po’ di serenità.
Troviamo comunque il modo di essere felici con nulla, troviamo comunque il modo di non perdere di vista le cose realmente importanti e di non dimenticarci che siamo comunque molto fortunati. Domani sera per l’ennesima volta rifaremo di nuovo quei “conti” nella speranza che prima o poi, quadrino.

Se siete arrivati alla fine di questa pagina con me vi ringrazio per aver sopportato e supportato. Perché in fondo il fatto di scrivere mi fa’ star meglio, ma anche il fatto di condividere queste sensazioni con qualcuno che magari avrà annuito qua e là, che magari sta vivendo le mie stesse paure e chi sopporta “ croci” ben più pesanti… mi fa sentire decisamente meno sola.
Grazie!

lunedì 28 marzo 2011

Jet lag

Buongiorno...che fatica carburare.
Volevo fare un viaggio, ma mi devo accontentare solo della sensazione di jet lag, maledetta ora legale.
Più che un'ora, mi sembra di aver perso una settimana di sonno domenica. Si sono fregati il mio sonno di una settimana,arranco, non mi resta che tentare il tutto per tutto.
AAA cercasi ora di sonno,usata, ma vitale!
Questa settimana la mia "to do list casalinga" è fittissima, quell'ora in più mi farebbe comodo. Lo so che dicono che tutto questo frastornamento da finto jet lag é solo una sensazione, ma é altrettanto vero che io per una settimana, con l'ora legale, mi addormento ancora più tardi del solito, così a tutti gli effetti si sono fregati un ora al giorno!
Capirete anche voi che una fitta lista di cose da fare, proprio in una settimana di 413 ore invece che 420, non è un vero affare. Salto giù dalla metro appena in tempo. Non è che qualcuno si è fregato anche qualche fermata? Sicuri?

Un ringraziamento all'università di Boston!


C'è un bel sole, imprevedibilmente il cielo sfodera un bell'azzurro.
Attacco la musica, Bebe nelle orecchie, basta un po' di ritmo latino e ogni voglia di ritirarmi a casa va a farsi benedire.
Più aumenta il ritmo più le dita vanno veloce sullo schermo. Prima o poi uscirà una qualche ricerca, di uno studio di Boston, sempre lo stesso, che ci racconterà di come la musica gitana influisca sulla velocità di scrittura tramite touch screen.
Come una di quelle centinaia e centinaia di strane ricerche che quasi sempre portano a riscontri piuttosto scontati, ma che strappano sempre un sorriso.
Tipo: un ricercatore italiano, di stanza a Boston, ha studiato l’effetto del rumore prodotto nel masticare una patatina,studio di cui sentivamo ardentemente bisogno.
Ha scoperto che il variare del rumore prodotto dalla masticazione di una patatina, varia anche la percezione della freschezza e della croccantezza della stessa…vi sembra possibile!?chi avrebbe potuto immaginarlo?
Oppure,una ricerca su migliaia di campioni femminili, ha studiato l’effetto delle barzellette sulle donne.
Ok se qualche donna sta leggendo in questo momento può anche saltare qualche riga più in basso, perché noi di questa ricerca non avevamo bisogno…ma sì dai, si scherza!
Dunque hanno scoperto che l’uomo e la donna percepiscono le barzellette in maniera differente. Niente di innovativo.
Mentre gli uomini ridono immediatamente d’istinto, le donne hanno bisogno di capire bene la barzelletta, per capire se davvero le diverte, a quel punto decidono se manifestare il proprio gradimento ridendo, oppure no!
Visto, ve l’avevo detto, se invece che perderci anni di ricerca, ci avessero semplicemente chiesto, glielo avremmo detto noi!
Comunque devo dire che effettivamente è capitato che anche io mi sia posta domande simili. Ok ho aperto io le danze, ora anche voi potete confessarlo, sicuramente anche a voi sarà capitato. Intendo, sicuramente vi sarà capitato di far girovagare la testa nel tentativo di trovare spiegazione a stravaganti e abbastanza inutili quesiti.
Mi ricordo che una delle prime volte è stato ad un concerto, di Vasco per l'esattezza. Eravamo lì tutti pronti a cantare a squarciagola e guardandomi intorno mi sono chiesta cosa fosse esattamente ad orchestrare la regia di quei momenti, mi spiego meglio. Tutti abbiamo un nostro punto preferito della canzone, così come tutti abbiamo una canzone preferita. Però se ti guardi intorno durante un concerto ti rendi conto che ci sono dei pezzi, delle strofe, delle parole precise, su cui tutti, ma proprio tutti andiamo in visibilio. Il mio inutilissimo ma sfizioso quesito, da sottoporre all'università di Boston è: qual'é esattamente l'equazione perfetta che sancisce quella strofa, come quella su cui tutti, ma proprio tutti alzeranno le braccia per aria come rami e faranno squarciare la voce!?
Ci devono essere una serie di ricorrenze da studiare.
Cosa fa' del momento in cui Vasco canta
E questa sera nel letto metterò
qualche coperta in più
perché se no, se no avrò freddo
senza averti sempre
senza averti sempre addosso
e sarà triste lo so
ma la tristezza però
si può racchiudere
dentro una canzone
che canterò
ogni volta che avrò voglia
di parlarti
di vederti
di toccarti
di sentirti ancora mia!”
... Proprio quel momento lì? Cosa succede?
In attesa di una risposta di fonte ufficiale... Vado a preparare la cena.

domenica 27 marzo 2011

the day after tomorrow

The day after tomorrow o meglio the day after yesterday... il coma prosegue!
Nessun rimpianto però per un po' di riposo in più, mi ci voleva proprio una serata come quella di ieri.
Niente di straordinario, ma qualche amico, un bel po' di risate, un bel po' di vino, un mix di allegria e leggerezza di testa artificiale, ogni tanto ci vogliono proprio. 
Piacevole la cena nonostante le mie disavventure culinarie, piacevoli le chiacchiere e la sequenza di ricordi a tratti nostalgici, divertenti e vagamente osceni;
gustoso il vino del 2003, 14 gradi che sembravano 18; 
rigenerante la passeggiata a piedi verso il locale, perchè  " tanto ormai è primavera" "guarda che fa caldo". 
Che sensazione strana quando per la prima volta ti trovi nel solito locale di sempre, ma ti rendi conto che sei circondato da adolescenti. Che succede, com'è che tutto d'un tratto ci sembra di essere circondati da nostri alterego, solo con 10 anni di meno. Dove erano prima, come succede che tutto ad un tratto quei dieci anni di differenza li vedi, tutti, molto chiaramente!?
Aiuto, non voglio saperlo!
Comunque, subito dopo l'empasse iniziale dovuto all'essere circondati da teenager, il confronto è anche piacevole. Non si può resistere dal guardare con curiosità ed affetto tutta una serie di dinamiche di gruppo e i tentativi di rimorchio, che fino a qualche anno fa erano la prassi del sabato sera anche per noi. Poterle osservare da fuori rende il tutto piuttosto divertente. 
Anche perchè non c'è molto di diverso tra quello che fanno loro e quello che facevamo noi, neanche troppo tempo fa. 
Non è che la serata volesse essere una serata revival, ma in qualche modo a tratti lo è stata.
Qualche ricordo di quando mia sorella ed io avevamo i capelli rispettivamente fuxia e verdi. Di quanto per tutti noi sia stato un must vestirsi con abiti usati, comprati per veramente poco da Napolone, negozio mitico per chi è di Milano, a proposito esiste ancora?
Ora ripensandoci penso, ma come facevamo a non morire di freddo in inverno con la più classica giacca di velluto o di pelle fino a dicembre e a non morire di caldo con pantaloni di velluto a coste e Dr. Martins anche ad agosto. Io poi i Dr Matrins non li avevo, mia mamma mi aveva concesso una versione decisamente più economica ed io per dare ancora meno nell'occhio li avevo scelti....GIALLI!
Nell'excursus tra i ricordi più divertenti era inevitabile che si finisse a raccontare di postumi da serata di qualche amico, che lui certo non ricorda, ma noi sì!
Per poi finire con i ricordi estivi di Sicilia girata paese per paese, finendo a girovagare per posti improbabili. E spesso quei ricordi si portano dietro un aneddoto riguardante un vecchio amore o una passata masochistica fissa. Quanto ridere allora e infondo che ridere ancora oggi.
Per fortuna mi rendo conto che "al succo della storia" non è cambiato poi molto, siamo sempre noi.
Con un po' di difficoltà in più, un po' più di senso del dovere e di lucidità, che ad esempio ci fa lasciare a casa la macchina in una serata come quella di ieri.
Siamo sempre noi capaci di farci due saporite risate con nulla...davanti ad un piatto di ravioli alla panna ultra liquida e ad un tentativo di cheesecake decisamente mal riuscito, trasformato in un dolce al cucchiaio!

venerdì 25 marzo 2011

karma coma!

Questa mattina non riuscivo ad uscire dal letto, un trauma. 
E anche ieri sera ho compiuto le ultime azioni prima di cedere al sonno con lo stesso stato di lucidità... Spero quindi di non aver scritto il mio ultimo post in maniera del tutto delirante, tra poco controllerò. 
Nel frattempo se qualcuno lo avesse già letto mi scuso per i refusi o la sconclusionatezza, è stata una settimana decisamente difficile! 
Mi rendo poi conto che spesso il fatto di volermi ostinare a scrivere e pubblicare da telefono comporta spesso una serie di imprecisioni. Peró devo dire che non riesco proprio a rinunciare all'estemporaneità della cosa. Non disdegno neanche il fatto di intervallare post un po' più ragionati, con altri del tutto improvvisati, sia per tema che per forma, in modo da poter cogliere le cose nel momento esatto in cui prendono forma. 

Venerdì finalmente venerdì, questa settimana è stata decisamente difficile anche sul lavoro. 
Un po' perchè, per quanto io sia piuttosto brava in questa pratica, è difficile riuscire ad isolarsi completamente da quello che succede a casa, per essere il più possibile lucidi e disinvolti sul lavoro. 
Comunque, per fortuna, è venerdì e come nella migliore delle gite in bicicletta dopo la dura salita e la fatica che la collina comporta, ora basta staccare i piedi dai pedali e lasciarsi andare in discesa...aiuto almeno speriamo! 
Ecco ho appena finito di dirlo è già temo che dovró "rimangiarmi" questo serenissimo punto di vista. 
Ieri ad esempio verso fine mattinata, proprio quando gli uffici erano al pieno della loro luminosità e io Barbara la mia collega "vicina di banco" ci godevamo il tepore e un silenzio quasi irreale, ecco che arriva Anna, il mio capo, con una richiesta decisamente inaspettata e decisamente preoccupante ."Martina per favore comunicheresti a tutta la divisione editoriale che ci vediamo da me alle 15 per una riunione generale " Aiuto!
Dunque in una situazione come quella che sta vivendo la nostra sezione, in cui ogni mese c'è una dolorosa rivoluzione che implica anche diverse perdite, una convocazione come questa mette davvero un po' il panico.
Non faccio a tempo a scrivere ed inviare l'e-mail di convocazione che squilla immediatamente il telefono, qualche collega, spera che io sappia qualcosa e che possa dare un'anticipazione, ma io purtroppo non so assolutamente nulla e come tutti mi "godo" l'attesa con tutta l'ansia del caso.
Nel pomeriggio, si svela l'arcano...tan tan tan tan!
In poco tempo si placa per tutti il mal di pancia che quella convocazione aveva generato. Effettivamente potevamo immaginarlo, figuriamoci se ci avrebbero mai convocato per darci una visione concreta su quello che sta succedendo. Il discorso si limita solo a quello che sta succedendo nell'immediato e cioè il trasferimento di un capo redattore in un'altra divisione, cosa che ci rattrista come un familiare che cambia città, ma che non ha niente a che fare con quello che avevamo immaginato. Sul fronte prospettive future..no news. E io non sono troppo convinta che questo "no news" sia un "good news"...boh staremo a vedere.

giovedì 24 marzo 2011

...berlino

Qualche mese fa,non molto prima dell'inizio di questa avventura, mi capita in mano una bella rivista di viaggio, per l'esattezza la rivista di viaggio della nostra testata.                                                                         

Tra una meravigliosa foto di una località turistica che potrò solo sognare da qui ai prossimi 10 anni ed un’altra, ecco, verso le ultime pagine, una destinazione che fa un po' più al caso mio. Una meta meno esotica, ma altrettanto affascinante e decisamente più a portata di mano. Per intenderci, sono due anni che non faccio un viaggio, seppure breve, ma che si possa definire tale. Le destinazioni "plausibili" hanno quindi per me un'incredibile appeal. La meta che la rivista mi consiglia questa settimana è Berlino.                                                                                                                        

Allora, 4 anni fa ho programmato per la prima volta una visita a questa fantastica capitale europea, ma da allora è stato un continuo rimandare. Prima l'interruzione di un rapporto lavorativo, poi la mancanza di finanze, le cattive condizioni di salute di qualcuno in famiglia, ma ora... Ora basta. L'articolo parlava chiaro, mai come ora il momento è propizio! me ne frego di tutto e ci vado Il  pezzo  mi aveva convinto già dalle prime 5 o 6 righe del. Spinta dal desiderio irrefrenabile di fare un viaggio, che già tanto avevo rimandato, forse inconsciamente anche con il desiderio di scappare dal senso di responsabilità, senza rifletterci troppo ho prenotato.                                          

Andrò a Berlino il 2 giugnio. All’epoca non ho riflettuto troppo, ho abbandonato la rivista sul divano senza andare oltre le prime righe. A distanza di tempo però quel giornale  mi è ricapitato in mano, ho quindi avuto modo di finire  di leggere ció che avevo iniziato tempo prima.

Perché sto raccontando tutto ció?                                                                                                       

perchè qualcuno si sarà chiesto perché " aspettando Berlino..!?", ecco la soluzione dell'arcano.

Nel riprendere in mano l'articolo ho realizzato che non si trattava del solito articolo di colore su cosa visitare, assaggiare, o dove soggiornare, piuttosto tutto si sviluppava partendo dall'incredibile ripresa economica di questa capitale Mitteleuropa. "locomotiva Germania ad alta velocità", queste le prime parole, a seguire alcuni dettagli sull'aumento del pil, del tasso di occupazione e l'abbassamento del costo degli immobili. Più sfoglio le pagine, più guardo le foto, più diventa irrefrenabile l'istinto al confronto con quello che il nostro paese offre. Cosa facciamo qui? Cosa ci tiene qui?

Sì, intendo, cosa ci tiene qui oltre al fatto di pagare le tasse, pur non avendo un lavoro sicuro, con scarsissime possibilità di poter mai comprare una casa, con difficoltà nel poterci permettere svaghi, cultura, viaggi. Che paese è questo che non decide quasi mai di investire su di noi sul nostro futuro , perché si possa essere noi, quando lui sarà "vecchio" a potergliene offrire uno. Cosa ci tiene qui? Nè io nè Nicola abbiamo un lavoro stabile, non abbiamo una casa nostra, non abbiamo grandi investimenti. Abbiamo solo affetti, ma quelli non hanno casa ti "seguono" ovunque tu vada. Tra i due per ora sulla con un pochino più di stabilità sono io, Nicola è fotografo libero professionista. Dopo aver letto quel famoso articolo e aver rimuginato un po' mi sono chiesta, se tra nove mesi non dovessero rinnovarmi il contratto, con le scarse possibilità che questo paese offre, non varrebbe forse la pena provare altrove. Possibile che un paese straniero possa rivelarsi meno ostile del nostro? Temo di sì, forse vale la pena provare quando non si perde niente. Quindi... Io il tedesco l'ho studiato 3 anni, Nicola lo capisce un pochino e comunque con le lingue se la cava molto bene, il 2 di giugno siamo lì... Il viaggio potrebbe essere un sopralluogo. Nell'attesa, aspettando di sapere come andranno le cose... Valutiamo Berlino!

Piccolo messaggio ai lettori.                                                                                                                       
Mi appassiona moltissimo la lettura delle statistiche sui contatti del blog, noto quindi con grande curiosità che 5 di voi mi seguono tutti giorni dall’ America wow e che si è unito a noi da due giorni un contatto dall’Inghilterra – benvenuto!- o meglio –benvenuti tutti!- mi fa molto piacere sapervi di passaggio!

Siccome la mia curiosità è ormai “rinomata” , vi dico senza timori che mi farebbe davvero piacere poter sapere cosa ne pensate. Se volete scrivermi o venirmi a salutare facendo sentire anche la vostra “voce” potete scrivermi su aspettandoberlino@gmail.com oppure potete venirmi a trovare su Fb Martina DB.

mercoledì 23 marzo 2011

Quella prima volta lì… è fantastica!

Questa mattina mi sento piuttosto osservata.
Devo aver esagerato con la mise in stile retró. O forse, cosa che non escludo, potrei avere addosso qualche ospite non previsto. Una volta ho fatto tutto il viaggio da casa al lavoro con un collant agganciato alla borsa. Nero lui, nera lei, non me ne ero proprio accorta. Decisamente meno imbarazzante di quando mio padre uscì dallo spogliatoio della piscina convinto di essere in costume...era in mutande.
Comunque finalmente è a tutti gli effetti primavera, precisamente 3° giorno di primavera e io incomincio a risalire la china.
Ohhh, immagino che qualche lettore un po' stanco di sentir raccontare tragedie tirerà un sospiro di sollievo. Ricomincio a concentrarmi un po' meno sulle mie vicende e un po' più su quello che mi succede intorno: lavoro, città, massimi sistemi.
E siccome la mia giornata incomincia con 45 minuti di viaggio underground, oggi, incomincio con il levare le cuffie, lasciar perdere la musica e ascoltare quello che si dice o si vede intorno. Nel bel mezzo di un pezzo di Bob Marley la mia attenzione ricade su due giovani fanciulle sedute un posto in là dal mio.
Niente di eclatante ( non che queste righe abbiano mai raccontato niente di eclatante), solo una freschezza ed un entusiasmo che attira. Abbasso il volume della musica e ascolto e con la coda dell'occhio "rubo" anche qualche gesto. Una delle due sta raccontando all' altra di un piccolo intervento subito qualche giorno prima. Niente di che un intervento ai denti realizzato in sala operatoria. Il racconto, diversamente da come si potrebbe immaginare, ha il sapore dei temi di scuola del tipo " racconta una tua giornata emozionante". I toni con cui la ragazza racconta sono assolutamente divertenti, pieni di entusiasmo. Con l'amica intervalla una sequenza di dettagli "comica horror" a doviziose descrizioni in termini medici.
Incomincio a realizzare. Tengono d’occhio la fermata politecnico, la soddisfazione di una  “pseudo eroica avventura medica” , la dovizia di particolari…studenti di medicina! E poco dopo si palesa il tutto con un riepilogo sulle ore di lezione, avevo ragione!
Scendono dalla metropolitana. Spostando lo sguardo da loro mi rendo conto che
non avevano catturato solo la mia attenzione. Altre 3 o4 persone erano state attratte da quella energia, dall’emozione di chi si ritrova a vivere una situazione che grazie alle ore sui libri, riesce a riconoscere nei suoi vari passaggi.
Quel momento di consapevolezza è fantastico, entusiasmante.
La prima volta che vedi un film e riconosci i movimenti di macchina, il montaggio…
La prima volta che, come mille altre volte prima, ti ritrovi davanti ad un quadro ,ad un palazzo, ma i tuoi occhi lo percepiscono in maniera non più solo istintiva, ma “consapevole”.
La prima volta che senti raccontare una questione giudiziaria e incominci a capirne qualcosa.
La prima volta che vai dal dentista e ad ogni suono ogni movimento, riesci perfettamente ad intuire che cosa stiano facendo.
Quella prima volta lì… è fantastica!

lunedì 21 marzo 2011

Equilibristi ed equilibrismi

Questa mattina la metropolitana è un nido, uno strano, moderno, affollato e caldo nido.
Con i suoi rumori cadenzati e i movimenti ripetitivi, ha un non so che di straniante. La musica degli Afterhours sicuramente aiuta a completare il quadro. E stranamente il pezzo che segue " non è per sempre" mantiene lo stesso stato d'animo. Mentre mi avvicino alla mia fermata incomincio a fare mente locale sulla mia to do list, quella lavorativa. Sì perché ne realizzo diverse di liste di questo tipo, ciascuna per una sfera di competenza: lavoro, casa, tempo libero, segno posti da vedere, libri da leggere, musica da ricercare ecc ecc. Trovo grande soddisfazione nel poter depennare le voci puntate dei miei decaloghi. Credo sia il bisogno di sentire di avere le cose piuttosto sotto controllo che mi fa provare tale soddisfazione. Anche perché vivendo quasi sempre in equilibrio precario...
Anche il migliore degli equilibristi sente il bisogno di un punto fermo.
Proprio ieri sera mia mamma mi raccontava un aneddoto che, capirete, riporto non a caso. "quando eri piccola piccola di gattonare non volevi proprio saperne. Hai quindi voluto molto prima del tempo provare a camminare, ma per quanto riuscissi perfettamente a stare in piedi, ti fregava decisamente l'equilibrio. Ti mettevamo in mano un rametto. Tu lo stringevi alle estremità con le mani...ed era fatta. Avevi la sensazione , la sicurezza che fosse lui a tenerti in equilibrio, a quel punto andavi come un trenino!". Abbiamo tutti inevitabilmente bisogno della piuma che fece volare Dumbo!
Il viaggio in metro oggi è realmente durato più del normale, mi ci voleva.
Primo punto della to do list di oggi:
1. Bere un caffè

domenica 20 marzo 2011

Autostrada e tramonto

Stiamo tornando a Milano, il cielo regala un serenissimo tramonto arancione. Ho dormito quasi tutto il giorno oggi, eppure non sento di aver riposato un granché. La testa fatica a staccare, e quando per 2 ore consecutive riesco a pensare ad altro, ecco che allo scadere della terza ora squilla fisso il telefono. Un familiare e poi un'altro si avvicendano nel chiamarmi per cercare di capire che verso prendono le cose. Anche questa volta vesto il ruolo di connettore, che onore. L'ultima in ordine cronologico a farsi sentire è mia zia, la sorella di mio padre. Una donna meravigliosa, esattamente come mia madre, che mi fa sentire più di chiunque altro che io, mia sorella e mia mamma non siamo e non saremo sole nel dover affrontare le cose. Ci aspettano giorni difficili, più difficili di quanto sia stato fino ad ora. Quando ho iniziato a scrivere non immaginavo che ci sarebbero state altre difficoltà
di questo tipo da affrontare. Non avevo messo in conto che ci fosse anche questa nuova incognita in questi nove mesi di blog. Un po' mi spiace tediare il lettore avventore con questi stralci un po' neri, ma i miei giorni sono anche questi. Mi sembra quindi anche una questione di onestà non glissare completamente su questa vicenda.

Domani si torna al lavoro, mi sembra passato un sacco di tempo da mercoledì. Effettivamente sono successe tante cose.
Un tuffo alla scoperta di nuove ed "emozionanti"avventure giuridiche, una bellissima gita fuori porta, l'incontro con qualche amico che non vedevo da un po'. Già perché, a sorpresa, sabato nel "viaggio" verso Gardone e il Vittoriale ci hanno raggiunti riky e riky 2. Oltre che per la compagnia sono contenta perché ero sicura che  Riccardo first avrebbe saputo apprezzare gli arredi dannunziani. Se non ci siete mai stati sento di potervi sinceramente consigliare questa meta. Il parco, la nave in giardino, la casa bazar, il sottomarino, il mausoleo, l'aereo in teatro tutto in un solo luogo. Assolutamente eccentrico, decadente, geniale e folle insieme.
Mi piace tanto il modo di girovagare mio e di Nicola. Partiamo con un’idea sulla meta principale, poi, per le tappe intermedie ci lasciamo guidare dal caso. Ci guardiamo intorno, cammin facendo, in cerca di un suggerimento visivo che colga la nostra attenzione. Così abbiamo fatto anche sabato e così facciamo da quando abbiamo incominciato ad uscire insieme, e devo dire ci ha regalato grandi soddisfazioni. Tra le varie: una visita al paesello "Ameno", delizioso;
la festa  medievale ligure;
la Sagra Della patata;
Il festival "ballando con i cinghiali" e tutta una serie di chiese e castelli che hanno colto la nostra attenzione, spuntando all'improvviso da dietro una collina.
Puntualmente abbandoniamo la strada principale per lanciarci verso ciò che cattura la nostra attenzione e quasi sempre la nostra curiosità viene premiata.
Zero traffico, che fortuna, questo tramonto è decisamente un messaggio di bentornato, speriamo sia un buon auspicio! Buon inizio settimana a tutti!

venerdì 18 marzo 2011

Parto ...lascio dietro milano

Parto.
Anzi sono partita in macchina con Nicola che ha capito subito che era meglio partire in silenzio e non chiedere nulla.grazie.
13.15 sono in macchina direzione Bergamo. Paradosso della giornata, dopo una sequela di previsioni di grigio e pioggia il cielo sfodera un azzurro terso e un sole estivo. Proprio quando io cambio i miei piani.niente Pogno,niente Torino, solo un po' di fuga da Milano per sopravvivere ai casini di casa. Lascio da poco dietro alle spalle due ore di "seduta" da un avvocato che sta seguendo i nostri casini di famiglia, o meglio quelli di mio padre. Parto quindi, per non pensare. Lascio a casa un uomo che deve decidere come vuole fare con il suo destino. Se perseverare nella folle corsa, con esito un impatto devastante, o decidere di provare ad arginare i danni. Delle volte le decisioni che possono sembrare scontate, per altri non lo sono affatto. Parto e mi sento distrutta, mi sento come reduce da una zuffa, una lotta,con chi non vuol capire. Me ne sto raggomitolata sul sedile a favore di sole, nel tentativo di ricaricare le batterie...le mie. Manca poco e saremo nella casetta in mezzo al bosco, difficile che tra i grovigli di rami e fiori e piante e frutti possano raggiungermi cattivi pensieri. Oggi resetto, domani riparto di slancio.
Sono le 14, buon appetito.

Farro tricolore!

mercoledì 16 marzo 2011

stato d'animo alle ore .17.00

Arrabbiata, arrabbiata e decisamente stufa.
Io sono una persona paziente, tollerante, anche troppo, ottimista, propositiva.
Mi sforzo per riuscire a trovare sempre un'alternativa in una giornata di merda, ma mi sembra un mio diritto crollare.
Voglio esplodere, deflagrare.
Odio chi non sa prendersi le sue responsabilità, chi non si pone mai il problema, perché tanto ci pensano gli altri.
Odio gli egoisti cronici, i menefreghisti.
Sopporto molto poco chi procede con i paraocchi, chi non è capace di cogliere la bellezza delle cose e il valore di alcune persone.
Non sopporto la stupidità.
Odio le burocrazie farraginose
Mi rattrista vedere intorno sempre più scrivanie vuote. E odio che ad averle lasciate vuote siano un giovane futuro sposo, una mamma al 4 mese e una meravigliosa ragazza nel pieno del suo fulgore, ma ancor più odio che l'azienda non abbia minimamente idea del loro valore.
Non capisco cosa debba ancora succedere prima di stabilire che è ora di prendersi cura del nostro pianeta, del nostro vicino e dei nostri "figli".
Non capisco perché pur avendo sole ed aria tutti i giorni sopra la nostra testa e nei nostri polmoni, non ci rendiamo conto che se possono far funzionare una macchina così complessa come il nostro organismo è impossibile che non possano dare energia ad un aspirapolvere.
Sono triste per i bambini, per la nostra terra, per noi, ma assolutamente questo non mi frena.
Sono stanca a volte ma non mi fermo.
E sono felice di essere viva e sono felice di tutto quello che ho e non ho, che spesso sono le stesse cose che odio.
Sono felice perché ho ancora tutta la voglia di questo mondo di vedere come andranno le cose e so che anche quando sto ferma e guardo, sono un moto perpetuo e posso fare qualcosa.

"Abbiamo una crisi. Molti non hanno un lavoro, e chi ce l'ha vive con la paura di perderlo. Il potere d'acquisto del dollaro è zero. Le banche stanno fallendo, i negozianti hanno il fucile nascosto sotto il banco, i teppisti scorazzano per le strade e non c'è nessuno che sappia cosa fare e non se ne vede la fine. Sappiamo che l'aria ormai è irrespirabile e che il nostro cibo è immangiabile. Stiamo seduti a guardare la TV mentre il nostro telecronista locale ci dice che oggi ci sono stati 15 omicidi e 63 reati di violenza come se tutto questo fosse normale, sappiamo che le cose vanno male, più che male. È la follia, è come se tutto dovunque fosse impazzito così che noi non usciamo più. Ce ne stiamo in casa e lentamente il mondo in cui viviamo diventa più piccolo e diciamo soltanto: "Almeno lasciateci tranquilli nei nostri salotti per piacere! Lasciatemi il mio tostapane, la mia TV, la mia vecchia bicicletta e io non dirò niente ma... ma lasciatemi tranquillo!" Beh, io non vi lascerò tranquilli. Io voglio che voi vi incazziate. Non voglio che protestiate, non voglio che vi ribelliate, non voglio che scriviate al vostro senatore, perché non saprei cosa dirvi di scrivere: io non so cosa fare per combattere la crisi e l'inflazione e i russi e la violenza per le strade. Io so soltanto che prima dovete incazzarvi. Dovete dire: "Sono un essere umano, porca puttana! La mia vita ha un valore!" Quindi io voglio che ora voi vi alziate. Voglio che tutti voi vi alziate dalle vostre sedie. Voglio che vi alziate proprio adesso, che andiate alla finestra e l'apriate e vi affacciate tutti ed urliate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!". Voglio che vi alziate in questo istante. Alzatevi, andate alla finestra, apritela, mettete fuori la testa e urlate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Le cose devono cambiare, ma prima vi dovete incazzare. Dovete dire: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Allora penseremo a cosa fare per combattere la crisi, l'inflazione e la crisi energetica, ma Cristo alzatevi dalle vostre sedie, andate alla finestra, mettete fuori la testa e ditelo, gridatelo: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" "

"Quarto potere" era il 1976

martedì 15 marzo 2011

l'indole è l'indole!

Ho appena finito di sentire Riccardo un caro carissimo amico, ironia della sorte apprendista "stregone" in uno studio legale che si occupa di diritto del lavoro!
Neanche a dirlo parlando del più e del meno siamo anche finiti a parlare di lavoro.
Del mio lavoro, di quello che sto facendo nello specifico e più in generale del mondo del lavoro.
Mi chiedevo, in quanti sono coloro che prendono a cuore il proprio lavoro. Intendo quelli che non solo  fanno bene ciò che gli spetta di compito, ma che cercano di avere un'idea d'insieme su come funzionano le cose!? Io sono così. Non è una questione di dedizione al lavoro, è una questione di indole. Sono una persona curiosa e con una certa propensione per la "quadratura del cerchio". Non so se rende l'idea, ma non saprei spiegarla in altro modo. Mettiamoci anche un po' di senso di appagamento nel trovare soluzioni ,nello svolgere bene ciò che si sta facendo. Diciamoci la verità le persone che sono come me ( e un po' anche come te Richi) trovano un certo gusto nel sentirsi sotto pressione, nel farsi carico di nuove mansioni o  nuovi casi, e riuscire a cavarsela comunque. Come cavalli da gara ad ostacoli facciamo alzare la sbarra sempre una tacca in più, per non perderci l'emozione della sfida con noi stessi. 
La telefonata e il fatto di scrivere, mi hanno dato la possibilità di modificare la traiettoria della serata, che al mio rientro a casa aveva preso una pessima direzione.
Questa sera, come capita quasi con cadenza fissa mensile, a me e a mia mamma è toccato fare i conti.
Ecco direi che se state per figurarvi qualcosa del tipo "seduta di economia domestica"... siamo molto lontani da tutto ciò.
Cercherò di spiegare proprio con due parole, per non ammorbare, ma soprattutto per soprassedere dal dover entrare troppo nello specifico ( per questo forse non sono pronta).
Dunque i nostri conti in sospeso sono un groviglio denso. Un malloppo piuttosto pesante, un gomitolo che ogni mese che passa vede stringersi un filo, infittirsi la trama. Difficile quindi venirne a capo.
Questa situazione ha reso quindi un po' più complicate tante cose. Prima il poter studiare, poi il poter dedicare più tempo ad una ricerca "serena" di un posto di lavoro ed infine oggi rende sempre più complicata l'indipendenza.
Capitolo di cui avrò modo di raccontare più avanti.

Ma che bella giornata di sole!

Ohhh che meraviglia di giornata! 
vi ricordate quando qualche giorno fa raccontavo di frizzante anticipo di primavera...direi tutto decisamente dimenticato.
h 8.07, la primavera Milano se l'e decisamente dimenticata. Oggi il menù propone grigio cemento variegato asfalto con precipitazioni sparse e decisamente fastidiose. La cosa meravigliosa è che la prospettiva è questa per quasi tutta la settimana. Piccola variante un po' di nebbia qua e là con accenni di sole che vi faranno pensare ad un'apertura della giornata. Così, entusiasmati da un occhiolino di bel tempo, vi avventurerete nella più classica gita fuori porta, non temete, é proprio lì che il rassicurante grigiore cittadino tornerà a farvi visita. Ah che soddisfazione. 
Questa previsione fantozziana sarà con ogni probabilità l'epilogo del mio primo fine settimana lungo, conquista ottenuta grazie " all'unità d'Italia". Niente di eclatante semplicemente saliremo con qualche amico nella casa in cui mia mamma è nata, situata nel ridente paesello di Pogno, provincia di Novara, un pugno di abitanti circa. Base a Pogno per gita a Torino...sotto la pioggia!
H.8.35 esco finalmente dalla metro, mi stupisco di essere riuscita a scrivere nonostante si fosse stipati come sardine, sto diventando una virtuosa del touch screen.
Perdonate tutte le parole senza accenti e un po' di refusi, nonostante alcuni virtuosismi, arranco ancora sulle cose più semplici: litigo con il t9, ma soprattutto...dove sono gli accenti!?

lunedì 14 marzo 2011

...

http://www.youtube.com/watch?v=DHXpnZi9Hzs
Questa mattina mentre mi lavavo la faccia pensavo che forse è ora di addentrarmi un po' più in profondità nel mio personale vissuto. Poi però devo dire che si fa' un po' fatica a raccontare se stessi, si fatica ad isolarsi un attimo con tutto quello che succede intorno. C'è un gran rumore, un boato, un rombo che deflagra la terra. 
C'è un muro.
Un muro di terra e acqua che non permette di decifrare con chiarezza dove inizi un elemento e dove finisca l'altro.
C'è un paese immobilizzato, grida sorde e un terrore spaventosamente e ammirabilmente composto, dipende dal modo in cui si guardano le cose.
Case, navi e treni che perdono ogni binario o fondamenta per diventare sapone, saponette.
ehhh che dire?...nient'altro, non so dire altro, non sono all'altezza. Mi spiace.

Funziona?...funziona!

Eccomi alle prese con il mio telefono intelligente nel tentativo di editare una pagina del blog.mi leggete?si!? Fantastico ora potrò essere ancor più estemporanea! Fantastico davvero.

venerdì 11 marzo 2011

stancherrrrrima

Sono davvero un po' cotta, ma ieri non ho proprio scritto e oggi non volevo replicare.
Mi serve scrivere e poi è anche una questione di rispetto per chi sta incominciando a prendere l' abitudine di leggermi. Fantastico! Questa cosa mi rende molto felice, anche se foste capitati per caso su questa pag e vi foste soffermati anche solo un secondo a leggere. Dalle statistiche sui collegamenti al blog, ho notato con estrema meraviglia che ci sono due visualizzazioni da Singapore e un 5-6 tra nord e sud america. Fantastico davvero!
Ora scatta il momento interazione, momento che include in sè una grandissima sfida per me stessa, l'ennesima incognita, ma anche una prova del nove. Se davvero qualcuno fosse "all'ascolto", potrebbe  postare ogni tanto nei commenti, una fotina del paese di provenienza. Avete idea come fanno i radio amatori?... io l'ho imparato di recente-grazie Domenico-.
Lavorano per parecchio tempo con cura e dedizione al tentativo di mettersi in contatto con persone dall'altra parte del mondo. Aspettano in religioso silenzio attenti a cogliere i segnali giusti. Quando finalmente hanno raggiunto la meta con il morse si scambiano i propri dati. E' a quel punto che, quasi a premio della fatica fatta nello spingere il più lontano possibile un contatto "virtuale",  la persona raggiunta trasforma quel messaggio in qualcosa di molto più concreto e tradizionale e manda una specie di cartolina a colui che tra tanti segnali ha raggiunto il suo.
Ecco sarebbe bello vedere animarsi queste pagine con qualche souvenir del paese in cui mi state leggendo.
Sarebbe davvero bello!

Torniamo a noi...
I giorni passano veloci, ma soprattutto ho incominciato a scrivere ormai quasi una settimana fa, ma mi sembra passato molto di più..."il tempo vola quando ti diverti!".
O forse è più semplicemente che il tempo è molto cambiato da una settima a questa parte.Ok magari sono l'unica ad aver avuto questa sensazione, ma incomincio a sentire la primavera. Devo avere uno strano e sopitissimo legame con la natura e i suoi elementi, ma appena incominciamo a mettere un piede fuori dall'inverno, il mio corpo lo coglie immediatamente.
 Mi risveglio letteralmente.
E diciamolo si risvegliano anche i sensi è una specie di eccitazione, fibrillazione. Il tutto è assolutamente pacato ma davvero mi carica di energia. Non si tratta solo di "metaforica energia", infatti mi aggiro per gli uffici dando la scossa a destra e a manca. Mi  aggiro come un personaggio del più classico manga, pronta a scaricare energia qua e là dando la scossa allo sventurato collega di turno.
La stessa energia che colgo nell'aria.
Tutto questo mi piace mi da' la sensazione di dovermi aspettare qualcosa... già ma cosa.
Io nel frattempo ho smesso i panni invernali e mi aggiro per Milano con un fantastico trench rosa cipria.
Mi si chiudono gli occhi, meglio assecondare Morfeo.
lavorerò anche domani,ma in negozio da mia madre. aiutoooo!
mi tocca

notte

mercoledì 9 marzo 2011

...stop al televoto!

http://www.youtube.com/watch?v=QDetQ18fw5Q&feature=fvst
parto con questo pezzo...curiosi? volete sapere cos'è?! prego...accomodatevi!

In ufficio stiamo vivendo un vero e proprio reality!
Maledetti ci perseguitano. Faresti, fai a meno di seguirli in tv, ma loro ti perseguitano, non ti lasciano scampo ti inseguono ovunque...quando meno te lo aspetti. 
Meglio buttarla sullo scherzo. Anche se direi che un po' di verità  in questa similitudine c'è, cinica ma c'è.
Qualche giorno fa' raccontavo di come da quando io sono entrata in redazione a giugno, le cose siano andate via via peggiorando. Io sono stata l'ultima delle persone inserite in organico, poco prima di me, altre 3 persone assunte  con interinale e contratto di 6 mesi, assunte con l'intento di sostituire altrettante persone mandate in prepensionamento. Ok, quando un'azienda incomincia con i prepensionamenti e prosegue assumendo  con interinale, di 6 mesi in 6 mesi, è chiaro che è un primo segnale che la situazione non è propriamente idilliaca. Ma dopo una prima riduzione di personale e inserimento di figure come me precarie, sembrava di poter tirare un attimo di fiato. Ce l'aveva detto anche il nostro amministratore delegato a Natale!
Umm non è stato proprio così.
A gennaio una serie di colleghe e colleghi/amici e amiche, inseriti ormai da anni con contratti a progetto o con interinale, hanno ricevuto la triste notizia che i ridimensionamenti...non erano affatto finiti. Come nei più classici dei reality la Marcuzzi o Ventura di turno ha dovuto darci la triste notizia...
"Adesso ci colleghiamo con la casa...ragazzi?! - già perchè di tutti ragazzi si tratta- il pubblico del televoto ha deciso che ...Ely-Linda- Cristian-Sara...per voi il lavoro finisce qui!" Io ho avuto fortuna ho scampato la prima eliminazione e mi preparo a sbalordire tutti con il "cavallo di battaglia", ma chissà se da qui a novembre potrò proseguire anche io. L'ansia più grande credo proprio che sia l'incongnita. Non si ha mai un'impressione chiara di come stiano andando le cose. Si continua a lavorare, cercando di non perdere la passione, si lavora tanto facendosi carico anche del lavoro di chi viene lasciato a casa. Ma soprattutto si cerca di continuare a ridere e scherzare esorcizzando l'attesa, sebbene in qualche momento sia impossibile non pensare al fatto che tra due mesi ci saranno altre 2 scadenze di contratto e chissà quale sarà la sorte dei due nominati e così via. Fino ad arrivare al mio di novembre, sono l'ultima in scadenza...che possa sperare in un ripescaggio?...difficile, meglio non pensarci.

martedì 8 marzo 2011

estratti, musica e smart phone.

Sono in preda ad una vera e propria indigestione telematica.
Nell'ordine:
-ho tristemente controllato tramite e-bank il mio estratto conto.
-ho vagliato una serie di opzioni per il cambiamento del gestore telefonico con il fine, assolutamente non ultimo, di riuscire ad entrare in possesso di un telefono -intelligente.
-sto riscaricando i-tunes per poter  acquistare a prezzi decisamente ridotti il nuovo Cd dei Subsonica.Fico!
Che soddisfazione! diciamo che sono decisamente nel mood Martina: Giovane, al passo con i tempi e decisamente informatizzata. 
Chi l'avrebbe detto! 
Grandi progressi per una che a 13 anni batteva  a macchina, con una Olivetti da viaggio rossa, articoli di musica e cinema ricreando l'impaginazione modello quotidiano con veri e propri collage tra foto e colonnine di testo. Ok non sono  un genio informatico, ma se si pensa che mia madre non moltissimo tempo fa' ha rigirato un cd nel tentativo di ascoltarne il lato B, in quanto CD doppio...direi che le mie attuali performance sono un grande successo. 
In generale direi che mi incuriosiscono molto le potenzialità  che  internet ha nella vita di tutti i giorni, soprattutto ai fini lavorativi e promozionali. 
Domenica sera io e il mio ragazzo siamo andati ad affittare un dvd da Blockbuster. Stanno chiudendo quasi tutti, ve ne siete accorti? 
Mentre rientravamo verso casa sua mi sono messa ad analizzare un po' la disfatta blockbusteriana. Mi rendo conto che la più grande mancanza sia stata non riuscire ad intuire per tempo, almeno 10 anni fa', che l'unico futuro possibile era internet e il download dei film a pagamento. Ora, sicuramente è tutto molto più complicato rispetto a questa mia semplificazione delle cose. Sicuramente ci saranno state diverse difficoltà nel tentativo di "riconversione", questioni che ammetto ignoro completamente. Però ho la netta sensazione che in questa come in tante altre situazione ci sia stato un interesse decisamente tardivo verso tutto ciò. Cazzo ora a vederlo da fuori sembrava già tutto così prevedibile. 
Prima le aziende hanno provato a tenere testa combattendo contro il fenomeno "internet" , cercando di limitare i danni. Ora che in diverse  realtà si incomincia ad intuire l'importanza di nuove forme di commercio, informazione e comunicazione, in alcuni casi è già troppo tardi ,  in altri  invece chi sta al timone ha ancora bisogno di farsi spiegare bene in cosa consiste questa "rete"...AIUTO!
Abbiamo tempi di reazioni eterni! 
Oggi parlavo con una caporedattrice e una collega del marketing ( a proposito se per caso stanno passando da questa pagina colgo l'occasione per salutarle " ma ciao!" ). Mentre parlo con loro ho la netta impressione che siamo ancora qua tutti a prepararci per presentare le potenzialità di questi nuovi media a persone che continuano a rimandare., intanto quei media non sono più così "nuovi", o meglio non lo sono più per niente!
Lungi da pensare che Internet sia il migliore dei mondi possibile per l'economia mondiale, ma  non si può certo far finta che le cose non stiano andando in una direzione, forse vale la pena provare santo cielo!
Ok ho buttato lì probabilmente un po' troppa aria fritta e sicuramente incomincio a diventare un po' noiosa, ma chi se ne importa, in fin dei conti sono i miei 9 mesi, la mia "gestazione".
E io voglio raccontare anche questo, oh!

Comunque sabato sera per l'ennesima volta i ragazzi del Block. si sono stupiti per la tessera  che abbiamo, oggettivamente modernissima, sembra un bancomat con microcip.
Anche questa volta i simpaticissimi commessi della filiale di Torre Boldone -Bg-, mi hanno chiesto come mai fosse così diversa dalle loro. Ho risposto che l'abbiamo fatta a Milano  e che  è così perchè funziona anche con gli sportelli per il ritiro 24h su 24. Ho aggiunto che  il tizio che ce l'ha fatta, a suo tempo,ci ha tenuto a dirci che potevamo prendere anche film per adulti, penso che ai suoi occhi fosse un surplus. Il simpatico boldese con la battuta pronta ha completato il quadretto spiegando che anche da loro qualche coppietta entra alla ricerca di film porno...e che sono tutti di milano.Grande!



lunedì 7 marzo 2011

come sono arrivata qui...

Riprendiamo da dove rimasti...
Mi chiamo Martina, ho 29 anni, sono laureata in:
Lettere e filosofia, Linguaggio dei Media, Cinema Teatro ed eventi Culturale.
(A noi laureati in Lettere e filosofia, Linguaggio dei Media, Cinema Teatro ed eventi Culturale, fanno dei veri e propri corsi di formazione per riuscire a ricordare e al momento giusto a ripetere la nostra qualifica tutta d'un fiato.) Potrei dare per certo l'immediata riflessione scaturita dal mio corso di laurea. Chiaro se qualcuno sta leggendo, o leggerà mai, starà chiaramente pensando che questa come tante altre, è una di quelle facoltà "che vogliono dire un po' tutto e un po' niente".Devo dire che non si può dar torto, l'impressione è proprio quella.
E' anche vero però che più vado avanti più mi rendo conto che in realtà sempre più spesso il percorso di studi che si è fatto ha una valenza più che altro  personale. .
Siamo ormai quasi tutti laureati, ma in cosa di preciso non interessa poi molto al mondo del lavoro.
Non so se ci avete fatto caso, spesso ho la netta sensazione che ci sia una precisa volontà a confondere le idee. Il laureato in Psicologia lo mettono alla contabilità. Così poi ti trovi ad avere a che fare con la "contabilità Creativa", modello flusso di coscienza con pagamenti così come vengono. Laureati in lingue a fare i commerciali di aziende italianissime, il cui mercato si spinge dalla Toscana  fino alla Lombardia, e guai a superare le Alpi. Ma metti che per caso ti capita che un piccolo imprenditore edile del canton ticino, un giorno per sbaglio chiama proprio la tua azienda, non vorrai mica essere impreparato. E' a quel punto che il pluri laureato in lingue e mediazioni culturali entra in azione.
Sì, penso proprio che, data l'improbabilità di finire a fare esattamente ciò per cui si è studiato, sia sempre meglio scegliere qualcosa che ci gratifichi, ci arricchisca e ci renda felice soprattutto negli anni di studio. 
E io così ho fatto!
Ho studiato con passione, mi sono divertita, ho cercato di appagare la mia "curiosità culturale" e come ogni pronostico...sono finita a fare tutt'altro!
Sia ben chiaro che non vivo nè con ansia, nè con angoscia questa situazione.

-E' un'oretta che scrivo senza fiato...Virgin radio passa "are you experiended" (guarda il caso), sarà bene che sgranchisca le gambe e mi faccia un tè. A tra poco...-

Eccomi.
mi chiedo, forse avrei dovuto precisare che il discorso fatto sui laureati non vale per tutte le professioni. Non credo che dovrò ripeterlo lungo tutte queste pagine, è chiaro che questa è la mia sensazione che non è mai generalizzata, ma chiaramente legata agli ambiti con cui ho avuto a che fare, di più...non so’.

Dicevo sia ben chiaro...non è che il fatto di non essere riuscita a diventare giornalista, critica cinematografica o addetto stampa, sia per me una frustrazione. 
Mi rendo chiaramente conto di essere circondata da migliaia di giovani nella mia stessa situazione. E a pensare che diversi di loro sono ben più in gamba e giovani di me, mi fa' sentire ancora più contenta di quello che ho, ma sinceramente un po' triste per come stanno andando le cose in questo paese.
Comunque, dopo la mia preziosissima laurea il Lettere, durata un po' più del dovuto- anche a causa del fatto che ho lavorato durante gli anni di studio per mantenermi agli stessi- ho navigato a vista attraverso un mare magnum di esperienze lavorative direi intense, decisamente formanti e spesso del tutto paradossali. -Di queste, non dubitate, avrò modo di raccontare più avanti. E qui già "vedo" qualche sventurato lettore fremere all'idea, trattenete l'emozione!-
Ciò che più è importante per ricollegare queste parole all'oggi è l'esperienza lavorativa che sto vivendo ora, che mi ha dato il là per cominciare tutto questo, o meglio per cominciare questo blog.
Da 9 mesi lavoro come segretaria di redazione in una casa editrice nazionale, sono a metà del mio percorso, a novembre 2011 saprò se ci sono possibilità di rinnovo o meno.
La situazione generale in cui la redazione versa  diventa sempre più dura. Dopo una serie di prepensionamenti che hanno permesso a "giovani leve" come me di entrare a far parte di questa grande famiglia, le cose sono andate via peggiorando.
Non è un caso che io abbia usato il termine "famiglia". 
La persona che ho sostituito, una donna meravigliosa, nel tragitto in ascensore il mio primo giorno in azienda mi disse chiaramente "vedrai...su è un'isola felice".
E così è stato, in pochissimo mi sono ritrovata catapultata in una famiglia modello circo.  Ecco credo che l'esempio del circo renda perfettamente l'idea. Un caravan di persone che si trovano sotto lo stesso tendone per lavoro, ma che condividono più o meno le stesse passioni e che collaborano, come una squadra alla buona realizzazione di uno spettacolo, chi più chi meno. Forse qualche collega più realista potrebbe dissentire ora leggendo, ma la sensazione generale in questi nove mesi di lavoro è stata assolutamente questa. E poi chi potrebbe smentire il fatto che anche noi come il migliore dei circhi abbiamo la scimmietta ammaestrata, il capo comico, l'equilibrista e chi sta tranquillo in platea ad osservare !
Incomincia a farsi tardi, ho già rubato abbastanza tempo e incomincio vistosamente a perdere i colpi. 
Sono le 0.12 , quindi...BUONA FESTA DELLA DONNA!
e buona notte!









h21.56

h.21.56
io di solito a quest'ora leggo,magari cazzeggio su internet, o faccio il bagno...oggi scrivo. Faccio i conti con l'idea che sempre più spesso la sera scriverò, quindi tra non molto tempo non troverò più la cosa un "evento eccezionale" ma, più semplicemente, un normale epilogo della giornata.
Mentre svestivo i panni d'ordinanza questa sera ho realizzato con chiarezza che era il caso che incominciassi a decidere seriamente cosa avrei voluto raccontare di me per riuscire ad accompagnare meglio "lo sventurato lettore" in quello che sono le mie giornate. Cosa raccontare e cosa no. Cosa valga la pena raccontare e cosa no.
Credo di essere giunta alla conclusione che non essendoci niente di realmente degno di nota, eviterò di cercare una regia superiore.  Scrivo e basta.

domenica 6 marzo 2011

prova..prova ...1 2 3 prova..si sente!?

Questa cosa del blog mi fa uno strano effetto. Mi ricorda la sensazione di quando da piccola per la prima volta ho giocato a "fare la radio", eccitazione e un po' d'ansia.
Chiaro sai perfettamente che mentre registri non hai un pubblico "reale"  ad ascoltarti in diretta, pronto quindi ad avere un'impressione più o meno negativa di quello che dici, ma lo stesso un po' di soggezione ...ti viene.
L' idea che quello che stai per dire ( scrivere, in questo caso), venga "registrato" da un supporto digitale o virtuale, crea uno strano senso di responsabilità, verso te stesso e le tue aspettative, ma soprattutto verso chi, chissà per quale strano caso del destino, può incappare nelle tue parole.
Ecco, molto meglio. Scusate,ma questo preambolo serviva a me per rompere il ghiaccio. Perchè da qualche parte bisogna pur iniziare.


Mi chiamo Martina ho 29 anni, sono nata a Milano, città in cui vivo.
Lavoro in una casa editrice, ho un contratto a tempo determinatissimo con scadenza novembre, 30 novembre 2011. Ciò che troverete in questo blog, sono le giornate, gli eventi, le sensazioni e i compagni di viaggio che mi accompagneranno in questa "gestazione" che si concluderà con la scoperta del mio destino lavorativo e non solo. Oserei dire niente di assolutamente geniale o favoloso alla Amelie, solo uno spaccato di quello che possono essere un anno scarso di vita per un giovane/una giovane, quasi trentenne, in attesa di sapere quale piega prenderà il suo destino. Senza nessunissima velleità di esempio, ma solo la sensazione che condividere "l'incognita" e soprattutto scrivere, possa avere una qualche funzione rassicurante.

meno 267 giorni

sabato 5 marzo 2011

9 mesi.
Realmente 9 mesi di tempo per capire quale verso prenderà la mia vita.
9 mesi pieni di aspettativa ed incognite. Riuscirò ad andarmene di casa e andare a convivere? potrò andare avanti a lavorare dove ora lavoro? oppure, sarà meglio partire e trasferirsi a berlino? 274 giorni in cui raccontare qualcosa di me, qualcosa di questo preciso periodo  storico sociale.274 giorni che mi dividono dalla fine del mio contratto di lavoro e che mi portano a desiderare di immortalare un momento personale e storico in cui l'equilibrio precario, è un marchio di fabbrica.
Che sia il caso di valutare l'espatrio?
con voi in attesa di scoprirlo fotografo il momento partendo da qui!
ASPETTANDO ...BERLINO?!