martedì 31 maggio 2011

Stand by

Temporaneamente in stand by causa " tentativo di riorganizzazione di vita".
Nel tentativo di riorganizzare le cose, di non perdere i pezzi e di improntare qualcosa di nuovo, ho dovuto inevitabilmente prendere un po' di tempo.
Ma ci sono, giuro non mollo il colpo. Ho tantissime cose da raccontare, da raccontarvi, è il tempo che manca e il sonno.
Comunque, è martedì 1 giugno e ho davanti un fine settimana lungo. Conto quindi di riuscire a riprendere le fila, di questo racconto e di me...

martedì 24 maggio 2011

Ditemi che é venerdì!?

Suona la sveglia. Ho gli occhi ancora chiusi e in lontananza sento mia sorella che si lamenta dell' essersi dovuta svegliare così presto, la prima volta da mesi. Nella mia testa incomincia un mantra
"Fai che sia venerdì, fai che sia venerdì" apro un occhio e butto uno sguardo alla sveglia.
Dho!... È mercoledì, ancora!
Buongiorno, Milano questa mattina è grigia e dopo i trenta gradi di ieri e phon oggi forse pioverà. La tragedia è che se anche non dovesse, il livello di umidità è tale che ci ritroveremmo comunque bagnati. Sono stanca morta, continuo a dirmi domani esco presto dal lavoro e torno a casa per organizzare un po' la mia nuova vita, ma è pressoché impossibile, torno a casa tardi, preparo da mangiare e a quel punto, cotta, non riesco a fare molto. Niente scatoloni, niente scrivere, niente leggere e niente comunicazione con il resto del mondo.
A suo tempo quando abbiamo realizzato il passaggio di consegne al lavoro devo averlo sottovalutato, come mole intendo. O forse speravo che alcune enormi perdite di tempo non sarebbero più state affare mio. Come dover continuamente rimettere insieme i pezzi di lavoro che altri non vogliono fare e che non sarebbero di mia competenza. Peró, purtroppo o per fortuna, io ci sono sempre e rispondo sempre, quindi tocca a me anche quello.
Non mi spiace e non soffro particolarmente del dover lavorare sotto pressione, solo non riesco a sopportare il rischio di poter perdere qualche pezzo. Cosa praticamente inevitabile. E così, ripasso in maniera quasi ossessiva quello che devo fare, mentre cammino, alla toilette, mentre sono al telefono e alla fine inevitabilmente buco... non la data edicola, ma la fermata della metropolitana. Sarà meglio tornare indietro, o questa mattina non si parte!

mercoledì 18 maggio 2011

At last

Buongiorno questa mattina cielo grigio su Milano. La città in questi giorni appare un po' indecisa sul tempo:caldo,freddo,caldo e pioggia.
Nelle orecchie At last - Etta James-, se è un po' che non ascoltate questo pezzo e anche sopra di voi il cielo è grigio, vi consiglio di metterla su...e godervi il momento.

Accanto a me,scendendo le scale della metropolitana, una mamma con 2 bimbetti per mano, niente di strano in tutto ció.
La cosa che mi lascia un po' perplessa è il modo in cui si riferisce a loro.
Rapida carrellata descrittiva:
il figlio più piccolo, maschio, deve avere 5anni e mezzo, perché il tema del discorso intrapreso è la sua festa dei Remigini. Non so se si chiami così in tutta  Italia,per intenderci,  trattasi del "rito di iniziazione" che segna il passaggio dall'asilo alla scuola elementare. Una festicciola che gli asili realizzano a giugno per evidenziare il passaggio, a settembre, ad un'altra fase di vita. -A 23 anni dalla mia festa dei Remigini ho l'impressione che se avessi realizzato all'epoca che questa seconda fase di vita sarebbe durata quasi 20 anni, non ci avrei trovato niente da festeggiare.
La femminuccia invece, agganciata alla mano destra della mamma, ha 6 anni. Va già a scuola, ma è talmente piccola che non potrebbe che frequentare la prima elementare.
Detto ció, il piccolo sta raccontando alla mamma qualcosa sulle ragazze pom pom e cheer leader. Mi giro a guardarli per capire se l'impressione sull'eta fosse corretta. Ragazze pom pom e cheer leader, non credo di essermi mai interessata all'argomento prima dei 11-12 anni e sicuramente a 5 non avevo idea di cosa fossero.
E' a quel punto che la conversazione dell'allegra famigliola mi lascia ancor più perplessa.
La mamma rivolgendosi al figlio: "Edo mi farebbe piacere se venisse anche Sara alla festa dei Remigini, non credi sarebbe bello" successivamente rivolgendosi alla figlia " che ne dici Sara ti piacerebbe? Potrei farti venire a prendere a scuola dalla nonna, sempre che a te faccia piacere?"
Ora, forse la conversazione perplime solo me, ma la sensazione era che dietro di me ci fossero 3 gentili signore sulla sessantina che si mettono d'accordo per il tè delle 17.00, decisamente non due bambini.
Ma probabilmente sono io che mi "stupisco" facilmente.
Qualcosa però deve esserci di strano, o meglio di diverso.
Riesco finalmente a sedermi in metropolitana e proprio accanto a me, alla mia destra e sinistra, due ragazzini di 8/9anni, una volta avrei detto bambini, ma l'abbigliamento e il piglio, mi fanno scegliere il termine ragazzi. Fanno l'intero viaggio accanto a me, senza nemmeno guardarsi. Dopo 30 minuti di metropolitana, un cenno d'intesa e scendono completamente soli.
Boh, sarò strana io!

martedì 17 maggio 2011

rimembranze latine

Che carini.
Questa mattina i miei vicini di “viaggio in piedi” (nuova disciplina sportiva, visto che per riuscire a stare dritti bisogna contrarre tutta la muscolatura) sono due sedicenni, maschio e femmina.
Il fatto che io li definisca carini non dipende solo dal fatto che siano decisamente piacevoli alla vista e senza troppi fronzoli, cosa molto rara.
La cosa che in realtà mi stupisce di più, oltre la loro faccia pulita, è che per tutto il viaggio hanno rievocato la traduzione di latino del giorno prima. Facevo anche io così? Decisamente non lo ricordo.
Sono sicura che al termine del compito in classe ci si confrontasse sul modo di tradurre un verbo o le accordanze dei complementi, questo la ricordo bene.
Vivevo sempre quel momento con un po' di terrore, ero una di quelle che lasciava esporre gli altri, vivendo con un po' di ansia quelle anticipazioni di errore.
Pensate quindi quale possa essere la mia ammirazione per questi due baldi giovani che rievocano un pezzo dopo l'altro tutta la versione.
Io ieri in classe non c'ero, ma, della serie gli esami non finiscono mai, ritorna nella mia testa un po' dell'ansia di allora.

Vi ho lasciato la settimana scorsa con un po' di incognite sulla casa e sul futuro prossimo mio e di Nicola, credo di avere per voi qualche novità...
Sinceramente ho voluto aspettare a vuotare il sacco per due motivi:
- primo fino a che le cose non si concretizzano con un gesto, con un documento, sembra tutto un po' meno reale.  Anche nell'era del virtuale l'ansia da "pezzo di carta" non ci abbandona, care vecchie abitudini!
- secondo ci tenevo che alcuni amici che leggono il blog e che non avevo ancora sentito di persona, sapessero quello che sto per dire direttamente dalla mia voce.
Siamo a tutti gli effetti miss e mister Martesana!
La casetta è nostra. L'immobiliare ci ha tenuto a farci sapere che siamo proprio piaciuti alla proprietaria, non avevamo dubbi. Vi ricordate i pinguini di Madagascar "dolci e coccolosi", ecco ci siamo presentati esattamente così!
Quindi dal primo di luglio saremo nella nostra piccola casetta rosa, questa fantastica notizia è stata l’azione che ha dato il via a tutta una serie di reazioni a catena.
Ma di queste ansie, gioie ed idee vi racconterò questa sera!

venerdì 13 maggio 2011

Work in progress

Coma, neanche troppo apparente.

Fantastico la settimana è appena incominciata e io già fatico ad aprire gli occhi e comandare al corpo
di reagire. Sarà anche colpa delle centinaia di capriole che faccio tutta notte
tra le lenzuola, mi giro e mi rigiro senza prendere pace. Certo in momenti come
questo è difficile mettere la testa a tacere, così al risveglio testa ed arti
fingono di non conoscersi e proprio non ne vogliono sapere di mettersi in
piedi. Ma ci provo comunque e vado al lavoro.

Questa Sera Nicola mi passa
a prendere e andiamo ad un aperitivo pre campagna elettorale, senza nessuna
intenzione di badare al circo politico che gravita intorno a noi potenziale
elettorale, ma solo con l'intenzione di incontrare cari amici e dargli man
forte per l'organizzazione e magari sfruttare un cocktail gratis, benedetti
siano gli open bar.

(Lo sa bene riky che alla
chiusura timidamente chiedeva tre long island take away "dici che me li
fanno?").

Queste serate le conosco
bene.

Il mio ex capo, che come vi
dicevo un po' di tempo fa' era prima consigliera e poi assessore, era una
veterana nell’organizzazione dei party pre elettorali, altro che
aperitivi. Organizzavamo veri e propri " balli delle debuttanti".

Grandi cene con musica dal
vivo ed intrattenimenti vari, dalle cartomanti ai tatuaggi all'henné, onor del
vero tutto a sue spese. Mi ricordo perfettamente lo stress di quei giorni devo
dire che non ha niente da invidiare a quello di questi giorni.

Tanto, tanto lavoro. Lo
ammetto Arranco un pochino, anche perché avrei dovuto mollare tutta una serie
di cose che facevo prima, ma a quanto pare non fanno che aumentare le cose da
fare. La cosa non mi traumatizza troppo, mi piace sentirmi impegnata, ho solo
paura di perdere qualche pezzo, cosa su cui assolutamente non transigo.

Anna il mio capo se ne è
accorta, devo dire che non posso proprio dire nulla sotto questo punto di
vista, ho da parte sua tutta la “riconoscenza ed apprezzamento” che
si possa desiderare sul lavoro.


Stop


Questo scrivevo lunedì, ma non
sono neanche riuscita a postarlo, mi spiace. Recupero ora.


Qualche amico mi ha fatto
notare che sto scrivendo un po' poco, ho ricevuto qualche
"appassionato" sollecito, cosa che mi ha reso immense felice.
Scrivere queste "pagine" è un po' come mettere un messaggio in una bottiglia e dargli
il via, non puoi avere l'esatta percezione di chi legga e perchè lo faccia.
Sapere che qualcuno si accorge della mia mancanza mi rende molto felice.



Succede che in questi giorni
arranco un po', fatico a riorganizzare il tempo, lo so lo avevo già detto. Ogni
minuto libero, i trasferimenti, il tempo a letto prima di crollare, li dedico
alla ricerca su pagine di ricerca lavoro e case, giusto a conferma del fatto
che sono tempi di continua ricerca.

Cerco di aiutare Nicola a
trovare proposte interessanti e trovo un'alternativa abitativa, nel caso
venerdì ci dicessero che non c'è possibilità, e che il televoto decreti
definitivamente che il percorso di Miss Martesana per me e Nicola finisce qui.
Noi dalla nostra, mercoledì ce l’abbiamo messa tutta ber sbaragliare la
concorrenza, staremo a vedere. Credo che per entrambi ottenere quella casetta
sia proprio un modo per mettere un mattone, la sensazione di poter costruire
qualcosa di veramente nostro e malgrado tutte le difficoltà e le ansie che ci
assalgono ogni giorno, non siamo disposti a buttar via questa speranza.

Quindi “concorrenti
ancora in gioco” state pronti all’ultimo atto, il podio è nostro!

venerdì 6 maggio 2011

Musica!

Trolley, occhiali , "be my baby" nelle orecchie. Nella mia testa va in onda il secondo tempo del musical metropolitano di cui ho vi ho parlato qualche settimana fa. D'altronde immaginatevi questa sequenza musicale: - be my baby -roonettes
- bliktzrit pop - flash
- charlie fa surf
Provate a stare fermi!
Non si riesce proprio, neanche stando agganciati ad un palo della metropolitana, tacco dieci ai piedi e trolley. Se qualcuno si sta chiedendo dove io stia andando "valigia" alla mano, "non temete", non sto partendo. Nessun viaggio esotico in programma. Avendo scelto di andare avanti con la casa pur essendo l'unica fonte su cui contare, credo che sarà difficile anche solo prendere il tram.
Però c'è Bergamo e la casa in mezzo al bosco, una romantica villeggiatura tra folletti e caprioli, un modo per staccare.
Nella mia testa passa - to' night- creedence clearwater e io sono quasi arrivata.
Sentivo proprio il bisogno di ricominciare a scrivere anche in metropolitana. La fermata prima della mia è salito un ragazzo con un'acustica. Non sento cosa sta suonando, vedo che ci da dentro, si sta impegnando.
Ho la sensazione che stia " lottando" con Eric Clapton, nelle mie orecchie, a suon di assoli chitarra.

giovedì 5 maggio 2011

Little miss sunshine

Di questi tempi capita che i sogni te li portino via.
Si lamentano che i giovani non sanno sognare, bhè io sono controcorrente, sogno tanto, tantissimo.
Sogno tanto ad occhi aperti, ad occhi chiusi, sogno mentre scrivo queste righe, sogno mentre batto il piede e tengo il tempo in metropolitana con le mie cuffiette nelle orecchie, sogno a letto con la testa appoggiata al petto del mio compagno.
Sogno in grande: rivoluzioni culturali, sperimenti di comunicazione, un maggiore senso civico, che poi è cura per la civiltà.
E sogno in piccolo: un letto fresco di bucato quando torno a casa, sogno un divano tutto mio, vicino ad una finestra, sogno un po' di continuità lavorativa e un giorno forse di avere un bambino.
Sogno un pizzico di serenità per me e per gli altri, ma pare che ai sognatori, grandi e piccoli, i desideri li strappino dalle mani.

Mi spiace aver trascurato un il mio spazio informatico, questa finestra sul mondo che mi permette di comunicare con tutti voi. Ma sono stati giorni di conti di calcoli di continuo rimuginare su spese e doveri e possibilità di farcela e giorni di tristi delusioni e di sogni quasi infranti. Quindi più di una volta mi sono avvicinata al PC ho iniziato a scrivere e poi ho cancellato tutto come si straccia una pagina che nel momento in cui si legge ci ricorda qualcosa che non possiamo sopportare. Ho davvero avuto la sensazione per qualche ora che il destino mi avesse ricacciato in un labirinto.
E io con i labirinti ho una certa dimestichezza, me lo porto addosso.

Due sono stati i grandi “labirinti” della mia vita. Il primo quando nel passaggio tra superiori e università mi sono sentita immensamente piccola. Avete la presente la sensazione che si prova pensando di stare in un giardino all’inglese in cui le siepi, che dovrebbero semplicemente disegnare percorsi, tutto ad un tratto diventano insormontabili mura, tanto da intrappolarti.                              
Il secondo quando a 27 anni mi sono vista sfuggire di mano l’opportunità di entrare in Comune al fianco del mio capo dell’epoca, per il quale avevo fino a quel momento lavorato con ardore. Un’opportunità di svolta che sfugge e una serie di muri che si parano davanti. Ho avuto in entrambi i casi momenti di grande depressione, che ho dovuto imparare a curare e soprattutto, in alcuni momenti, accettare e sopportare. Ho dovuto prendere dimestichezza con quei labirinti, che sembravano prigioni, e prendere atto del fatto che a volte non resta che constatare che ci si è persi e assecondare il percorso senza accanirsi con pugni contro un muro, che a pugni non si sposterà mai. Ho imparato a buttare la mia testa al di là dell’ostacolo. Quella scatola cinese l’ho tirata fuori dalla mia mente e ho sentito il bisogno di disegnarla sulla mia pelle. E così ora quel labirinto sta lì proprio sotto la mia nuca . Ma di tutto ciò vi racconterò meglio in un altro momento, perché penso sempre che parlare di queste cose con gli altri, può in qualche modo a chi condivide l’esperienza a sentirsi meno solo. Ci tenevo però a spiegare il perché della lontananza da queste pagine, che vi dirò mi sono mancate, mi siete mancati.
Torno indietro a martedì per farvi capire meglio, per permettervi di riprendere le fila

Martedì 2 giugno
Oggi finalmente il debutto. Siamo andati in agenzia, durante la mia pausa pranzo, a fare una proposta per poter avere la nostra casetta dei sogni. Diamo anticipo, busta paga, copia del contratto di lavoro, documenti, codice fiscale, taglia di reggiseno, nome del tuo primo cane e finalmente possiamo firmare una proposta per la proprietaria.
Metto in tasca una copia della proposta di contratto firmata, e con quella metto in “tasca il mio sogno”, ma quella tasca, maledizione, doveva essere bucata.
Torniamo in macchina io e Nicola emozionati per la sensazione di essere ad un punto di svolta, non solo per noi come coppia, ma soprattutto per noi stessi, per la nostra indipendenza, soprattutto per la mia. Non passa neanche un’ora da che Niki mi chiama dicendomi che il suo capo con un’e-mail di poche righe gli fa’ sapere che non hanno più bisogno della sua collaborazione. Ecco un muro di 20 m pararcisi davanti.
Che persone meravigliose i suoi capi, o meglio ex-capi, essendo lui a partita iva e non essendoci nessun contratto, non si sono proprio sentiti in dovere di dare un minimo di preavviso, di parlargliene di persona. Chiaro non si sentiranno lupi cattivi…lo fanno tutti!Che meravigliosa consolazione. Il problema è che sempre più la gente è talmente disperata per la mancanza di lavoro che siamo sempre più obbligati a sopportare, pur di riuscire a fare qualcosa.

Ora immagino che sia chiaro a tutti come ci si debba sentire in momenti come questi, inutile che mi attardi nelle descrizioni che fanno parte di quelle cose che, come sopra dicevo, non voglio rievocare nella mia testa. Però ho avuto la netta sensazione che qualcuno ci stesse nuovamente strappando di mano il futuro.
Da martedì a giovedì sera ci sono di mezzo: pianto, totale sconforto, senso di castrazione, ma anche le parole di Barbara, Enrica, Daniela, gli abbracci di mia mamma, il conforto di Anna, Conia, la partecipazione di Elisa, le battute di Cecilia per esorcizzare, il confronto con Nicola, il discorso lucidissimo e convincente di mia sorella e tutto questo ha molto velocemente buttato giù quei muri.
Volevo immediatamente ritirare la nostra offerta per la casa,ma …ci ho ripensato. Voglio buttarmi, non lo avrei mai fatto per il passato, ma ora sento di volerlo fare, anche se senza paracadute, fanculo. Lo voglio per me lo voglio per nicola e per me e lui insieme, penso che questo aiuti un po’ anche lui nel dargli la giusta energia per affrontare questo momento, sicuramente duro, ma forse anche necessario.Credo che avesse bisogno di una sua “rivoluzione”. E credo che contrariamente dalla prima impressione che ha avuto, assolutamente lecita tra l’altro, di dover mandare a fanculo i suoi sogni le, che questa possa proprio essere la sua occasione per ricostruirsene uno, diverso, ma che magari potrà essere finalmente gratificante.
Ricominciamo da qui, non voglio fare passi indietro, proprio ora che, nonostante la paura, sono disposta ad andare aventi.
Mercoledì conosceremo la proprietaria della casa e giovedì prossimo deciderà se darci l’ok. Questo affitto è più complesso delle selezioni per Miss Italia, ma non importa, mercoledì sfoggeremo il nostro abito della festa, come dice Alfredo, programmerò la sbianca tura ai denti e studierò il numero per intrattenere il “pubblico”, in perfetto stile Little Miss Sunshine, ricordate?...fantastico!