Parto.
Anzi sono partita in macchina con Nicola che ha capito subito che era meglio partire in silenzio e non chiedere nulla.grazie.
13.15 sono in macchina direzione Bergamo. Paradosso della giornata, dopo una sequela di previsioni di grigio e pioggia il cielo sfodera un azzurro terso e un sole estivo. Proprio quando io cambio i miei piani.niente Pogno,niente Torino, solo un po' di fuga da Milano per sopravvivere ai casini di casa. Lascio da poco dietro alle spalle due ore di "seduta" da un avvocato che sta seguendo i nostri casini di famiglia, o meglio quelli di mio padre. Parto quindi, per non pensare. Lascio a casa un uomo che deve decidere come vuole fare con il suo destino. Se perseverare nella folle corsa, con esito un impatto devastante, o decidere di provare ad arginare i danni. Delle volte le decisioni che possono sembrare scontate, per altri non lo sono affatto. Parto e mi sento distrutta, mi sento come reduce da una zuffa, una lotta,con chi non vuol capire. Me ne sto raggomitolata sul sedile a favore di sole, nel tentativo di ricaricare le batterie...le mie. Manca poco e saremo nella casetta in mezzo al bosco, difficile che tra i grovigli di rami e fiori e piante e frutti possano raggiungermi cattivi pensieri. Oggi resetto, domani riparto di slancio.
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