Arrabbiata, arrabbiata e decisamente stufa.
Io sono una persona paziente, tollerante, anche troppo, ottimista, propositiva.
Mi sforzo per riuscire a trovare sempre un'alternativa in una giornata di merda, ma mi sembra un mio diritto crollare.
Voglio esplodere, deflagrare.
Odio chi non sa prendersi le sue responsabilità, chi non si pone mai il problema, perché tanto ci pensano gli altri.
Odio gli egoisti cronici, i menefreghisti.
Sopporto molto poco chi procede con i paraocchi, chi non è capace di cogliere la bellezza delle cose e il valore di alcune persone.
Non sopporto la stupidità.
Odio le burocrazie farraginose
Mi rattrista vedere intorno sempre più scrivanie vuote. E odio che ad averle lasciate vuote siano un giovane futuro sposo, una mamma al 4 mese e una meravigliosa ragazza nel pieno del suo fulgore, ma ancor più odio che l'azienda non abbia minimamente idea del loro valore.
Non capisco cosa debba ancora succedere prima di stabilire che è ora di prendersi cura del nostro pianeta, del nostro vicino e dei nostri "figli".
Non capisco perché pur avendo sole ed aria tutti i giorni sopra la nostra testa e nei nostri polmoni, non ci rendiamo conto che se possono far funzionare una macchina così complessa come il nostro organismo è impossibile che non possano dare energia ad un aspirapolvere.
Sono triste per i bambini, per la nostra terra, per noi, ma assolutamente questo non mi frena.
Sono stanca a volte ma non mi fermo.
E sono felice di essere viva e sono felice di tutto quello che ho e non ho, che spesso sono le stesse cose che odio.
Sono felice perché ho ancora tutta la voglia di questo mondo di vedere come andranno le cose e so che anche quando sto ferma e guardo, sono un moto perpetuo e posso fare qualcosa.
"Abbiamo una crisi. Molti non hanno un lavoro, e chi ce l'ha vive con la paura di perderlo. Il potere d'acquisto del dollaro è zero. Le banche stanno fallendo, i negozianti hanno il fucile nascosto sotto il banco, i teppisti scorazzano per le strade e non c'è nessuno che sappia cosa fare e non se ne vede la fine. Sappiamo che l'aria ormai è irrespirabile e che il nostro cibo è immangiabile. Stiamo seduti a guardare la TV mentre il nostro telecronista locale ci dice che oggi ci sono stati 15 omicidi e 63 reati di violenza come se tutto questo fosse normale, sappiamo che le cose vanno male, più che male. È la follia, è come se tutto dovunque fosse impazzito così che noi non usciamo più. Ce ne stiamo in casa e lentamente il mondo in cui viviamo diventa più piccolo e diciamo soltanto: "Almeno lasciateci tranquilli nei nostri salotti per piacere! Lasciatemi il mio tostapane, la mia TV, la mia vecchia bicicletta e io non dirò niente ma... ma lasciatemi tranquillo!" Beh, io non vi lascerò tranquilli. Io voglio che voi vi incazziate. Non voglio che protestiate, non voglio che vi ribelliate, non voglio che scriviate al vostro senatore, perché non saprei cosa dirvi di scrivere: io non so cosa fare per combattere la crisi e l'inflazione e i russi e la violenza per le strade. Io so soltanto che prima dovete incazzarvi. Dovete dire: "Sono un essere umano, porca puttana! La mia vita ha un valore!" Quindi io voglio che ora voi vi alziate. Voglio che tutti voi vi alziate dalle vostre sedie. Voglio che vi alziate proprio adesso, che andiate alla finestra e l'apriate e vi affacciate tutti ed urliate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!". Voglio che vi alziate in questo istante. Alzatevi, andate alla finestra, apritela, mettete fuori la testa e urlate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Le cose devono cambiare, ma prima vi dovete incazzare. Dovete dire: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Allora penseremo a cosa fare per combattere la crisi, l'inflazione e la crisi energetica, ma Cristo alzatevi dalle vostre sedie, andate alla finestra, mettete fuori la testa e ditelo, gridatelo: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" "
"Quarto potere" era il 1976
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