Le dinamiche familiari sono complicatissimi origami. Meravigliose, delicate e complicatissime costruzioni di carta.
Seguirne il divenire non vuol dire sapere esattamente quale sarà il risultato della metamorfosi.
Solo al termine di una lunga sequenza di pieghe e ritagli si incomincia ad avere un'idea più precisa, solo da lontano con un po' più di distacco, se ne intuisce l'insieme.
La mia famiglia più che un origami è un castello di carte, leggere, molto leggere.
Mesi per studiare la mossa più giusta e poi c' è sempre qualcuno che fa muovere il tavolo e fa cadere un piano.
E con quel piano, spesso, me ne frano anche io.
Vengo giù per qualche secondo in una cascata di carte, per reazione a catena. E per qualche secondo sotto quella montagna di carte mi sento Alice, devo aver mangiato il biscotto sbagliato ed essermi troppo rimpicciolita.
In questi casi, nei casi come questa sera, me ne sto ferma qualche secondo a piangere come Alice nel suo abito troppo grosso, davanti ad una porta che mi sembra impossibile da aprire.
La mia " Porta" ognitanto si apre e lascia comparire uno spiraglio che peró spesso dura solo qualche secondo.
Il nostro è uno dei più classici degli esempi di " malessere" di questo secolo, da manuale direi. La classica famiglia di umili origini, che negli anni 80 grazie al boom economico e il fatto di aver ben avviato, non senza fatica, due attività ha goduto di "grandi fasti". Si stava decisamente bene, la più classica delle famiglie piccolo borghesi.
Lunghe vacanze al mare, un bell'abito nuovo per le feste e il regalo a fine anno se avevamo concluso bene gli studi. Tutto questo per 15 anni, non senza grande dedizione al lavoro e soprattutto la capacità di mia mamma di tenere le fila, facendo sempre bene attenzione a quello che si poteva o non poteva fare.
Era prevedibile che per mia mamma, che porta con sè la tradizione contadina dei suoi genitori, fosse più facile intuire che i venti cominciavano a cambiare e bisognava quindi modificar la rotta. Ma non è solo quello.
Credo anche che volente o nolente gli uomini vengono da Marte e le donne vengono da Venere, siamo due pianeti molto diversi.
Quello che sto per dire non mi farà avere molto successo con i lettori uomini, mi scuso, ma questa è la mia esperienza, ed è la sensazione che ho avuto crescendo.
Penso che il fatto stesso che le donne condividano il proprio ventre con un'altra vita, fa' in modo che sviluppino più facilmente l'istinto di difesa e di condivisione nei confronti dei propri "cuccioli".
Mio padre questo istinto non l'ha avuto.
Le cose si complicavano, per la crisi economica, le difficoltà lavorative, e lui invece che cercare un modo per affrontare la situazione e cercare di risolverla, si è trovato un modo per dimenticarsi i problemi e sopravvivere alla quotidianità.
Un totale tentativo di evasione, mentre i problemi, le emergenze sul ponte di comando diventavano sempre più consistenti, tanto da far rischiare un naufragio a tutti e 4.
Mi sono chiesta più volte se era il caso o meno che raccontassi di lui, non so sia giusto o meno. Sono sicura peró che nel raccontare un po' di me e delle mie giornate sarebbe stato ipocrita glissare sulla persona che forse più di chiunque altro mi ha fatto soffrire, senza volerlo concretamente, ( involontarietà che comunque non perdono), ma che ha fatto in modo che io diventassi, nel bene o nel male la persona che sono.
Scrivo da una quarantina di minuti raggomitolata nella stessa posizione sento il bisogno di smuovere un po' le ossa per riprendere completa sensibilità, Teo, il mio gatto non è molto d'accordo. Anzi direi che è piuttosto infastidito dal mio smuovermi... È anche vero che Teo è sempre infastidito. Ha un fare da vero Snob.
Ha un caratteraccio, in primis è decisamente vendicativo, infatti mi sta già guardando lasciandomi intuire molta poca tolleranza nei confronti dei miei movimenti.
Incomincio a perdere qualche colpo, peró rispetto a due settimane fa mi sento molto meno stanca, anche nonostante la serata intensa.
Lo ripeto a voi anche per convincere me stessa, un po' di autogratificazione ci vuole sempre. La più classica auto pacca sulla spalla!
Sul lavoro le cose sono sempre più "fluide".
Incomincio a capire bene le differenze tra ciano, digital, check-disck, in slang da redazione, la nostra, Cedis ecc ecc. Finalmente capisco a chi va a cosa e a che punto della " catena di montaggio". Prendo dimestichezza con i Super uomini della produzione 6 in un solo ufficio tutti soli, potete immaginare cosa ne venga fuori.
In più dalla mia ho tutte le aspettative nei confronti della casina rosa.! oggi Nicola è andato in avanscoperta per vedere come è la zona, mi ha chiamato da lì decisamente entusiasta.
Ormai non vediamo l'ora di poterla vedere , speriamo domani si faccia sentire Diego, il ragazzo dell'agenzia.
Se passate di qui e voleste unirvi agli scongiuri... Chissà che un pò di energia positiva, non porti fortuna!
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