Fine settimana campestre.
Siamo partiti come sempre io e Nicola venerdì sera da Milano, fuga verso Bergamo, verso la Val Seriana, verso ambientazioni decisamente più bucoliche e rilassanti.
Venerdì, come ormai consuetudine, Niki ha finito di fare le foto al Chiambretti night, che ormai da tempo ritarda le nostre partenze, e ci siamo messi subito in macchina alla volta di Villa di Serio.
Guido io perché lui è cotto e perchè può finire di sistemare e inviare foto, ma questa volta sono decisamente cotta anche io.
Gli ultimi tre giorni, tra le attività solite e il passaggio di consegne, sono stati decisamente tosti. Venerdì tornata a casa ho preparato 1;5 kg di pasta fredda per sabato, ho sistemato un po' la stanza, per non lasciare mia mamma nel panico e ho fatto bagno e zaino.
Ero talmente stanca che alle 20.30, quando è arrivato Nicola, mi è sembrato di aver fatto tutto in uno stato di sonnambulismo. Non vi dico come ero conciata una volta arrivati a Bergamo dopo circa un ora e mezza di traffico!
L'ultima azione cosciente, o quasi, di venerdì è stato fare mente locale sull'organizzazione del pic nic di compleanno per Niki del giorno dopo. E buona notte.
Alle 10.30 di sabato facevo i conti con il sonnambulismo del giorno prima che mi aveva fatto dimenticare di tutto. Dal beauty con dentro un vero e proprio kit di sopravvivenza per ogni donna, qualcosa che non fosse un'indumento nero, visto che le previsioni danno 30 gradi, i succhi di frutta, il pallone per una delle prime partitine della stagione and so much more! Comunque ho messo insieme le idee e abbiamo finito di organizzare tutto. Io e Nicola ci frequentiamo da due anni e questo è il secondo compleanno festeggiato insieme e come l'anno scorso il tempo è stato dalla nostra e ha sfoderato una delle migliori giornate della stagione. Complipicnic in Maresana, amici, pane, salame e strumenti. Ho dovuto convincere Nicola a non portare su due chitarre, faremo a meno del cambio strumento, ma anche gli altri non scherzano.
Alla fine eravamo in dodici più: due chitarre, una tastiera con annesso pc ad alimentarla, maracas, armonica e la Cora. La Cora è uno dei mille strumenti di Federico,clavicembalista, questo, come tanti altri strumenti, lo ha costruito lui.
Quest'anno Alice non ha portato la batteria, ma ha portato Dario che l'anno scorso era nella sua pancia.
Dario è meraviglioso. Ha sei mesi, si è fatto 15 minuti di camminata in mezzo al bosco, addosso al suo papà in versione marsupiale, e dall'una alle 18 non ha mollato un secondo. Proprio non ne voleva spere di dormire, anche quando Alice si è assentata per un'ora abbondante, non si è scomposto più di tanto. Per non farlo sentire solo l'ho spostato dalla sua culla improvvisata, un grosso piumino imbottito sdraiato sull'erba e un telo bianco a mo' di vela per proteggerlo dal sole, l'ho portato sul mega plaid in mezzo a noi. Ha passato 5 h a curiosare in giro con i suoi occhioni azzurri. Prima attratti dal verde del prato, poi dal rosso delle fragole e dai suoni che i ragazzi gli producono intorno.
A fine giornata, quando mamma e papà lo ricaricano in macchina il piccolo è stravolto, ma non più di noi!
Tra una cosa e l'altra si è già fatta l'ora di tornare. Caricata la macchina abbiamo deciso di fare un pit stop a Villa d'Adda. Sotto consiglio di Marvi e Domenico, i genitori di Nicola che con tanto affetto mi ospitano nel fine settimana, abbiamo attraversato l'Adda in macchina "imbarcandoci" sul traghetto leonardiano. Imbarcarsi è una parola decisamente grossa, trattasi infatti di una grossa chiatta agganciata ad un cavo metallico che si sposta avanti e indietro semplicemente sfruttando la corrente con un timone. Che meraviglia, niente motore!
Poi sono le 18 ma c'è ancora un sole meraviglioso che filtrando attraverso i rami crea vere e proprie ragnatele di luce. Eccoci nuovamente
in macchina per Milano, in sottofondo joe pass - remember charlie parker, regalo di Federico, ottimo epilogo per questo fine settimana.
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